TALKING PEACE

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Mosca: «Non infilatevi in una guerra civile» 0

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ROMA — «È una questione che all’Occidente prima o poi toccherà  risolvere: che cosa volete in Africa del Nord o in Medio Oriente? Ci sono due varianti: o i tiranni o Al Qaeda. Se a voi non piacciono i tiranni, otterrete Al Qaeda», dice con un ragionare categorico e privo di esitazioni Dmitri Rogozin, ambasciatore russo presso la Nato.

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I «volenterosi» sbarcano a Tripoli 0

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LIBIA Visita congiunta di Sarkozy e Cameron nella capitale. Bagno di folla per un comizio nella Piazza di Bengasi
Jalil promette: «Priorità  nei contratti per chi ci ha aiutato». Arrivano anche Erdogan e il ministro degli esteri egiziano

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Sarkozy e Cameron a Tripoli “Il nostro lavoro non è finito” 0

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Bagno di folla. Gli insorti conquistano l’aeroporto di Sirte.  “Gheddafi resta ancora una minaccia”. Arrivato l’ambasciatore italiano

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Sarkozy e Cameron a Tripoli bruciato sul tempo il governo italiano 0

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Anche Erdogan nella capitale libica. Nuovo messaggio del raìs.   Visita lampo, tra misure di sicurezza straordinarie, per incontrare i leader del Cnt. Missione per rivendicare un posto al sole nei futuri contratti petroliferi 

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Palestina, lo stato promesso 0

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Il 20 settembre Abu Mazen dovrebbe chiedere al Palazzo di Vetro il riconoscimento dello Stato. Scontato il sì dell’Assemblea. Una svolta carica di incognite per il Medio Oriente. Che Israele e gli Usa stanno tentando disperatamente di bloccare. Creare un comune denominatore di interessi in un popolo frantumato resta un problema Il voto però susciterebbe di certo emozioni e rianimerebbe progetti e ideali

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Supertalebani 0

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Un pugno di guerriglieri travestiti da donna riesce a penetrare nell’area più sorvegliata di Kabul e tiene in scacco per venti ore centinaia di soldati americani e afgani

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Francia, la guerra come spot 0

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Bombardare in Libia per vendere il caccia multiruolo “Rafale” in India. In gioco, la più grande commessa militare dei prossimi anni

Perché si fanno le guerre? Per le risorse naturali, per posizionarsi strategicamente ma non solo: la guerra è un grande spot pubblicitario per l’industria bellica.

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Amnesty accusa i ribelli del Cnt 0

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LIBIA Crimini di guerra non solo dei gheddafiani. I rivoluzionari presi di mira nel rapporto dell’organizzazione
Tra le denunce: torture e arresti arbitrari, soprattutto nei confronti di neri presunti mercenari

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I conflitti nelle nostre regioni non si vincono con la forza militare 0

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In preda allo shock successivo all’11 settembre 2001, spesso gli americani chiedevano: «Perché ci odiano così tanto?». Non era chiaro a chi si riferisse quel generico “loro”, se ai musulmani, agli arabi, o semplicemente a chiunque non fosse americano.

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Kabul, assalto alle “fortezze” di Usa e Nato 0

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Attacco taliban: 5 ore di guerra nella capitale. Zawahiri: le primavere arabe, il vostro inverno.  Almeno sei i morti e oltre 15 i feriti. Un colpo pesante per la coalizione a due anni dal ritiro 

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Dopo le bombe, arriva il Fmi a «ricostruire» 0

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Al termine del G8 di Marsiglia, la neodirettrice del Fondo monetario internazionale, la francese Christine Lagarde, ha fatto un solenne annuncio: «Il Fondo riconosce il consiglio di transizione quale governo della Libia ed è pronto, inviando appena possibile il proprio staff sul campo, a fornirgli assistenza tecnica, consiglio politico e sostegno finanziario per ricostruire l’economia e iniziare le riforme».

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Sia chiaro chi ha il comando 0

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«Gli Stati uniti si sono defilati, non bombardano più, hanno addirittura ritirato i loro mezzi più potenti», sentenziava Vittorio Feltri in aprile a proposito della guerra di Libia. Convinzione diffusasi anche nella sinistra e tra i pacifisti: quella che Obama fosse stato trascinato nella guerra contro la propria volontà  (non a caso è Premio Nobel per la pace), ma se ne fosse subito tirato fuori, lasciando la guida dell’operazione ai bellicosi Sarkozy e Cameron. Del tutto falso. «Sono gli Stati uniti che hanno diretto questa operazione», chiarisce ora l’ambasciatore Ivo Daalder, rappresentante Usa presso la Nato.

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Il primo anniversario senza Osama ma Al Qaeda è sconfitta da tempo 0

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Lo stragismo aveva alienato consensi tra i musulmani, le rivolte arabe hanno affossato il mito politico dell’organizzazione

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11 settembre: rafforzare il pensiero 0

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  Foto: Meetingmurge.it

Cosa accadde il day after l’11 settembre? Bush, con una straordinaria capacità  di sintesi, disse: “non preoccupatevi; continuate a fare shopping. Il nostro stile di vita non cambia”. Ed è qui la chiave di volta. La preoccupazione massima è che si stoppi di un sol giorno l’ipermercato mondo: il Pil. E’ la destra? Non solo. Sullo stesso credo è sintonizzato anche il pensiero riformatore o progressista che sembra in ogni dove (Italia – Europa – Mondo) incapace di proporre altro. Resto è poesia. Se non bastasse anche il sindacato dà  la stessa indicazione: crescita, crescita e crescita.

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La reazione soft di Bibi Netanyahu 0

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GERUSALEMME. Si parlavano a distanza ieri la giunta militare egiziana e il governo Netanyahu dopo l’assalto all’ambasciata di Israele. «Le forze dell’ordine reagiranno agli episodi di vandalismo con misure ferme e severe e utilizzeranno il loro diritto a difendersi ricorrendo a tutte le regole previste dalla legge d’emergenza», hanno fatto sapere i generali egiziani, garanti da oltre 30 anni degli Accordi di Camp David e alleati di ferro del Pentagono.

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Il mondo non si può dividere tra chi sta con noi e chi contro 0

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Il «contraccolpo» dell’attacco alle Torri Gemelle ed al Pentagono avrebbe a che fare con tutta una serie di fatti di questo tipo: fatti che vanno dal colpo di Stato ispirato dalla Cia contro Mossadeq nel 1953, seguito dall’installazione dello Shah in Iran, alla Guerra del Golfo, con la conseguente permanenza delle truppe americane nella penisola araba, in particolare l’Arabia Saudita dove sono i luoghi sacri dell’Islam.

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Libia, Bani Walid resiste 0

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Scaduto l’ultimatum, l’attacco è partito. Ieri mattina gruppi di ribelli hanno sferrato l’offensiva su Bani Walid, la città  a 180 chilometri a sud di Tripoli ancora sotto il controllo delle truppe fedeli a Muammar Gheddafi. Dopo giorni di tentativi di negoziati – trasmessi in parte in diretta dalla televisione satellitare al Jazeera – si è infine deciso di passare all’opzione militare.

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Ratzinger: «Mai nel nome di dio» 0

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Il Papa ricorda «le vittime innocenti del brutale attacco» ma dimentica le guerre di vendetta

Nessun atto di aggressione si può giustificare «in nome di dio», dice il papa. Ma non fa cenno alle vittime della «guerra al terrorismo» lanciata dall’occidente

 

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