TALKING PEACE

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LIBIA, LA DERIVA OCCIDENTALE 0

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Bengasi è nota per essere la piazza più sensibile alle provocazioni occidentali. Qui è iniziata la rivolta contro Gheddafi, prima pacifica poi militare e infine inquinata da noti elementi jihadisti e qaedisti, protagonisti della guerra santa in tutti i paesi che vanno dalla Somalia fino all’Afghanistan, passando per la Siria. Dunque un terreno minato.

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Il «Fratello» Obama 0

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La crisi innescata dal film «L’innocenza dei Musulmani» e sfociata nell’uccisione a Bengasi dell’ambasciatore Usa Chris Stevens è il primo vero test dei rapporti tra Stati Uniti, Paesi occidentali e la Fratellanza Islamica arrivata in vetta dopo le rivolte arabe. L’Islam politico – da non confondere con il jihadismo e il salafismo armato – giunto al potere con le elezioni, ha fatto dei buoni rapporti con Washington e l’Europa un punto centrale del suo programma di politica estera (ed economica). Si è visto in particolare con le relazioni tra Fratelli Musulmani egiziani e l’Amministrazione Obama.

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«Il sostegno cieco alle rivoluzioni non porta democrazia» 0

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WASHINGTON — «Conoscevo l’ambasciatore Stevens, so che faceva del suo meglio per la Libia e per il mondo arabo. La sua morte e quelle dei marine segnano un tragico passo indietro nei rapporti con l’Islam non solo per noi ma per tutto l’Occidente.

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IL TEMPO LUNGO DELLE PRIMAVERE 0

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È lì che ho saputo della morte dell’ambasciatore americano a Bengasi. Me l’ha comunicato il giornale attraverso il cellulare. Ho subito dato la notizia ai miei interlocutori, una ventina di guerriglieri appartenenti al «Battaglione dell’Unità  nazionale », uno dei tanti gruppi in guerra contro il regime di Bashar el Assad. Il pezzo di Siria che quei ribelli, attendati in un bosco, hanno finora “liberato” in più di un anno, come dicono, non deve superare qualche chilometro quadrato, a giudicare dalla vicinanza delle postazioni dei soldati lealisti che potevo vedere a occhio nudo.

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Quella irresponsabile parodia del profeta 0

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Sesso, pedofilia e violenza in un cocktail triviale delle controversie anti-Islam. Un’opera ridicola con l’intento preciso di mancare di rispetto ai fedeli

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L’11 settembre in Libia 0

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DOPO LA GUERRA NATO
Erano state, fino a poche ore prima, le celebrazioni dell’11 settembre più in tono minore che mai, quelle in corso negli Stati uniti. Minuto di silenzio a Wall Street, discorso obbligato alla Casa bianca e al Pentagono, del presidente e di Leon Panetta, manifestazione a Ground zero con la toccante lettura dei nomi delle quasi 3000 vittime, ma senza «politici». Per allontanare, insieme alla disputa locale su come gestire l’impianto museale dell’area delle Twin Tower, lo spettro dell’11 settembre 2001 dalla campagna elettorale per le presidenziali.

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Il fuoco dell’estremismo sulla primavera araba 0

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L’obiettivo strategico dei jihadisti che hanno assassinato l’ambasciatore americano a Tripoli è la strana ma efficiente alleanza Stati Uniti-Fratelli musulmani emersa dalla «primavera araba». L’identico bersaglio dei salafiti che nelle stesse ore si sono scatenati contro la sede diplomatica Usa al Cairo per protestare contro il provocatorio film su Maometto.

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“L’ambasciatore è morto soffocato dall’incendio” 0

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Intrappolato nella stanza dove si era rifugiato. “Dietro l’attacco un’azione pianificata”. “Un’azione militare in grande stile” ma l’amministrazione Usa non si sbilancia sulla matrice. Il medico Ziad Abu Zeid: “Mi hanno portato l’americano. Non aveva nessuna ferita visibile” 

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L’America torna nella trincea del terrore allerta nelle ambasciate, l’ombra di Al Qaeda 0

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Il Pentagono al reverendo Jones: basta provocazioni anti-Corano. Gli Usa inviano duecento marines e una flotta di droni per colpire le basi in Nordafrica. Il governo di Karzai chiude YouTube 

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“È un attacco politico contro l’America i fanatici hanno troppo spazio in Libia” 0

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Ian Buruma: “Il film è da condannare ma va difeso il diritto d’espressione”  

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«Stiamo perdendo le primavere arabe» 0

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WASHINGTON — «La cosa più urgente è prevenire altre tragedie come quella di Bengasi. Sono sicuro che Obama farà  giustizia dei colpevoli come fece giustizia di Bin Laden. Ma il presidente ha denunciato oltre all’attacco al nostro consolato il video su Maometto. Provocazioni del genere mettono in pericolo le vite degli americani nel mondo islamico». Al telefono dall’Università  di Princeton, il filosofo politico Michael Walzer, l’autore di «Guerra giusta e ingiusta», si dice preoccupato che l’America rimanga isolata nell’Islam in seguito a episodi del genere: «E’ un mondo in grande fermento con cui bisogna dialogare».

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Attacco pianificato da tempo La pista porta ad Al Qaeda 0

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Così è stato assassinato l’ambasciatore di Washington in Libia

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Libia, attaccato consolato americano Uccisi l’ambasciatore e tre dipendenti 0

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Libia, attaccato consolato americano Uccisi l'ambasciatore e tre dipendenti Chris Stevens, ambasciatore Usa in Libia

La Casa Bianca conferma la morte del diplomatico, di uno 007 e di due marines e intensifica le misure di sicurezza in tutto il mondo. Obama: “Violenza senza senso”. La sede di Bengasi messa a ferro e fuoco nella notte. La scintilla per una pellicola considerata blasfema, realizzata da un ebreo israelo-americano. Attaccata anche l’ambasciata in Egitto

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Pisapia a Betlemme: «Palestinesi dimenticati» 0

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Con un orecchio rivolto agli attacchi di Pdl e Lega alla sua amministrazione dopo il duplice omidicio dell’altra sera in via Muratori, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ieri ha incontrato a Gerusalemme alcuni giornalisti italiani per fare il punto sulla sua visita in Israele e nei Territori occupati palestinesi, che si conclude oggi con un incontro a Ramallah con i vertici dell’Autorità  Nazionale (Anp). Una conferenza stampa informale. Pisapia ha parlato da sindaco e non si è sbilanciato sul quadro politico mediorientale e sul conflitto israelo-palestinese che pure conosce bene, viste le esperienze che ha avuto nella regione negli anni passati.

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La Sicilia di Muos e droni 0

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Gli aerei senza pilota americani in partenza da Sigonella per colpire in Pakistan e Medio Oriente ostacolano il traffico civile. E le mega-antenne di Niscemi fanno arrabbiare ambientalisti e cittadini. Che chiedono la smilitarizzazione

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Vola l’economia della morte 0

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Oltre 50 milioni di persone, tra cui 17 milioni di bambini, in condizione di «insicurezza alimentare», ossia senza abbastanza cibo «per mancanza di denaro e altre risorse». I dati si riferiscono non a un paese povero dell’Africa subsahariana, ma al paese con la maggiore economia del mondo: gli Stati uniti d’America. Lo documenta il Dipartimento Usa dell’agricoltura nel settembre 2012.

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