Animalismo in Francia. L’attivista vegana di L214 incubo degli allevatori
PARIGI, È diventata l’incubo degli allevatori. Brigitte Gothière è fondatrice e portavoce dell’associazione L214, dall’articolo del codice rurale che prevede la protezione degli animali. Paladina dei vegani in un Paese che è sempre stato molto carnivoro, Gothière, 45 anni, ha cominciato nel 2008 la sua militanza insieme al compagno Sébastien Arsac, figlio di allevatori, contro l’ingozzamento delle oche per la produzione di foie gras. Ma l’associazione ha allargato le battaglie ai polli di batteria, agli allevamenti di pellicce, ai metodi più crudeli di macellazione. Grazie a video shock pubblicati in Rete ha scosso le coscienze. «Siamo vegani e promuoviamo uno stile di vita in cui non ci sia più consumo di nessun prodotto animale o alimento proveniente dallo sfruttamento animale», spiega Gothière, insegnante di fisica a Lione. A proposito dei video cruenti utilizzati, spesso accompagnati dai nomi delle aziende oggetto delle campagne di denuncia, la fondatrice si giustifica: «Molti cittadini non ci credevano quando parlavamo dei metodi di allevamento crudeli utilizzati in Francia. Siamo riusciti a portare le prove attraverso le immagini». Nei filmati si possono vedere pulcini maschi che non possono fare uova macellati alla nascita, anatre femmine uccise perché non possono produrre foie gras, porcellini castrati vivi. I video sono spesso ottenuti in modo illegale, da attivisti che riescono a penetrare con telecamere negli allevamenti. Nell’ottobre scorso due militanti di L214 sono stati condannati per “violazione di proprietà privata”. L’associazione è riuscita però a conquistare sostegni illustri. L’ultima a sposare la causa vegana è l’attrice Sophie Marceau che ha accettato di appoggiare la campagna contro le condizioni in cui sono tenute le galline da uova in un allevamento in Bretagna. Negli ultimi tempi, L214 registra un aumento degli aderenti, quasi 30mila, e un’impennata delle donazioni, passate da 700mila nel 2014 a 3 milioni di euro l’anno scorso. Lo stesso Emmanuel Macron aveva promesso in campagna elettorale di promuovere l’allevamento a terra di galline da uova ma la maggioranza ha rifiutato di bandire i polli da batteria.
Fonte: Anais Ginori, LA REPUBBLICA
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