Dopo l’incidente mortale, all’Ilva sciopero per la sicurezza

Dopo l’incidente mortale, all’Ilva sciopero per la sicurezza

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TARANTO. È terminato alle 15 di ieri pomeriggio lo sciopero indetto dai sindacati metalmeccanici dell’Ilva di Taranto, dopo l’incidente mortale in cui giovedì mattina, ha perso la vita un operaio di 27 anni della ditta Ferplast dell’appalto, Angelo Raffaele Fuggiano, padre di due bambini. L’incidente è avvenuto presso il IV sporgente del porto di Taranto in concessione all’Ilva, mentre erano in corso dei lavori di manutenzione ad una gru che viene impiegata per il carico e lo scarico del minerale destinato ai parchi minerali del siderurgico. Molto alta la percentuale dei lavoratori che hanno aderito allo sciopero, in particolar modo nella giornata di giovedì, dove l’adesione è stata quasi totale: secondo fonti sindacali ieri ha scioperato oltre il 50% dei lavoratori dell’Ilva di Taranto. Sull’incidente la procura di Taranto ha aperto un’inchiesta affidata alla Capitaneria di Porto e allo Spesal, oltre ad aver ordinato l’autopsia sul corpo del giovane operaio.

Del resto, uno dei problemi più grossi e irrisolti da quanto l’Ilva è stata commissariata nel giurno 2013, è rappresentata dalla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti in tutti i reparti del siderurgico più grande d’Europa. Che ha visto ben sette morti bianche dal luglio 2012, data del sequestro da parte della procura nell’ambito dell’inchiesta sul presunto disastro ambientale provocato dalla grande fabbrica. Ed è in particolar modo nel mondo dell’indotto e dell’appalto che si sono verificati gli incidenti mortali più gravi. Così come lascia molto pensare sullo stato attuale dell’azienda, il fatto che i lavori di manutenzione portati avanti in questi giorni sulle gru, erano in corso perché una nave che avrebbe dovuto scaricare del minerale era ferma in rada in attesa che Ilva pagasse l’ordine: insomma, fatalità nella fatalità.
Allo sciopero hanno aderito anche i lavoratori dell’Ilva di Genova, così come tutti i portuali d’Italia, che ieri pomeriggio si sono fermati per cinque minuti, facendo risuonare le sirene per ribadire ancora una volta tutto il loro sconcerto per l’ennesima morte sul lavoro in Italia. All’appello hanno risposto presente anche i sindacati della Funzione Pubblica, che hanno denunciato ancora una volta la carenza negli organici degli enti preposti al controllo della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Dove i lavoratori, in particolare all’Ilva di Taranto, vivono un momento di grande incertezza per il loro futuro occupazionale: non solo i diretti, ma soprattutto l’indotto e l’appalto. Attendono infatti di capire se ArcelorMittal e i sindacati troveranno un’intesa sul piano industriale, che conviene ad entrambe le parti trovare, entro il prossimo 30 giugno termine entro il quale il colosso franco-indiano è vincolato: dopo di che, dal 1 luglio, avendo vinto il bando di gara europeo lo scorso giugno e avendo ricevuto prima l’ok sul Piano Ambientale lo scorso settembre, e soltanto pochi giorni fa l’ok all’acquisizione degli asset industriali del gruppo Ilva in Italia da parte della Commissione europea alla Concorrenza, Mittal subentrerà ai commissari straordinari. Assumendo in deroga alla legge 92/2012 tutti i lavoratori con l’obbligo di non licenziarli per due anni, per poi avere mani libere di operare.
Pertanto, si capirà molto di quanto accadrà lunedì prossimo, quando Mittal risponderà alle istanze presentate dai sindacati nell’incontro avvenuto a Roma mercoledì, senza l’intermediazione del governo, con Matthieu Jehl, presidente e amministratore delegato di Am InvestCo. A quanto trapelato da fonti sindacali, qualora si dovesse aprire una nuova trattativa, le parti inizierebbero una serie di incontri ravvicinati per trovare un’intesa nel più breve tempo possibile.
Il tutto, in attesa di capire cosa farà l’eventuale nuovo governo Lega-Movimento 5 Stelle sulla vicenda Ilva, la cui soluzione nel contratto viene rappresentata in maniera molto poco chiara. I parlamentari pentastellati ionici hanno infatti convocato il consiglio di fabbrica dell’Ilva, in un incontro che si terrà lunedì prossimo, a cui i sindacati hanno risposto presente. L’ennesimo tentativo per tentare di capire quale futuro attende l’Ilva e Taranto.

FONTE: Gianmario Leone, IL MANIFESTO



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