Emergenza oppioidi. Per Trump sono dolori
La fascia più colpita, i 35enni bianchi della classe media e medio bassa, con famiglia e lavoro. Zone interessate, le stesse che hanno portato alla vittoria del presidente. E il governo taglia il Medicaid
NEW YORK. Trump ha dichiarato la crisi dovuta al consumo di oppioidi, un’«emergenza sanitaria pubblica». Quello dell’abuso di analgesici a base di oppioidi è un annoso problema americano: ogni anno negli Usa muoiono migliaia di cittadini a causa di overdose di farmaci analgesici o sostanze come il fentanyl, e i dipendenti da queste sostanze hanno superato i due milioni. Nel solo 2016 le vittime sono state 59 mila. Stando alle statistiche, sotto i 50 anni si muore più per overdose di oppioidi che per arma da fuoco o incidenti stradali.
LA FASCIA PIÙ COLPITA è quella dei 35enni bianchi della classe media e medio bassa, con caratteristiche come l’avere una famiglia e un lavoro, solitamente non correlate con l’abuso di droghe. Le zone più colpite sono le stesse che hanno portato alla vittoria di Trump, il New England e la cosiddetta Rust Belt: Ohio, Pennsylvania, Michigan, Vermont, Rhode Island, New Hampshire, West Virginia e Illinois, stati del nordest molto colpiti anche dalla crisi economica.
NEGLI ULTIMI 20 ANNI il fenomeno è cresciuto, passando da 3 mila a 59 mila decessi l’anno. Secondo il National Center for Health Statistics, un dipartimento del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), nel 2016, l’83% delle morti per overdose negli Stati uniti sono state causate da oppioidi, un aumento del 20% rispetto ai dati del 2015. Molti media Usa paragonano questa emergenza con la guerra del Vietnam, durata 19 anni e costata la vita a 58.209 soldati statunitensi.
Le origini di questa crisi vengono fatte risalire al 1999, quando le prescrizioni di farmaci come OxyCotin e Percocet aumentarono a dismisura; questi farmaci non solo venivano regolarmente prescritti dai medici, ma anche forniti da farmacie online con pochi controlli. Oggi gli Usa sono il paese con il consumo più elevato di farmaci oppioidi, che sono entrati nella cultura popolare, come la dipendenza di Dr. House da Vicodin, forse la marca più famosa, prescritta per far fronte anche a un torcicollo.
GIÀ DUE MESI DOPO L’INIZIO del suo mandato, Trump aveva creato una commissione apposita per gestire per l’abuso di oppioidi e sostanze stupefacenti, composta da cinque membri con il compito di consigliarlo su come fronteggiare la crisi, la Opioid and Drug Abuse Commission. Che già nel suo primo report interno, pubblicato il 31 luglio 2017, aveva esortato Trump a procedere con un’azione «diretta e completamente in suo potere», vale a dire dichiarare lo stato di emergenza nazionale, un atto solitamente utilizzato per far fronte a catastrofi naturali, ma che permette di attingere ai fondi federali del Disaster Relief Fund e facilita il passaggio di alcune leggi e regolamenti straordinari, in deroga alle regole dei programmi federali. Ad esempio, il programma federale sanitario rivolto a individui e famiglie a basso reddito, il Medicaid, rimborsa il trattamento per abuso di droga solo alle cliniche che non hanno più di 16 posti letto, ma questa regola potrebbe essere derogata durante l’emergenza.
Il 16 ottobre Trump aveva detto di volere lo stato di emergenza nazionale, ma dichiarando solo un’emergenza sanitaria pubblica. Le sue sono rimaste «affermazioni di facciata», ha detto il Washington Post; un semplice invito a non iniziare ad assumere droghe.
L’ANNUNCIO DI TRUMP è arrivato lo stesso giorno in cui la Camera ha approvato il budget del 2018 che prevede tagli per un trilione e mezzo di dollari. A farne le spese è proprio il Medicaid. Anziché combattere l’emergenza, Trump va nella direzione opposta.
FONTE: Marina Catucci, IL MANIFESTO
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