Ada Colau: «Barcellona è una città aperta, è questa la nostra forza»

Ada Colau: «Barcellona è una città aperta, è questa la nostra forza»

Loading

Ada Colau risponde al manifesto rubando un momento alla giornata più complicata dall’inizio del suo mandato due anni fa, giusto poco prima di andare a visitare i feriti sparsi nei nosocomi della città. «Non ho voluto farlo ieri per non disturbare i medici. Nei primi momenti dell’emergenza è meglio lasciarli lavorare in pace. Ma la situazione ora si è stabilizzata, e ci tengo a passare e a portare loro l’abbraccio dei barcellonesi».

Sindaca, non si è risparmiata: non ha smesso di rispondere ai giornalisti fin dalle prime ore del mattino.

In momenti così difficili, penso che sia importante trasmettere un messaggio di tranquillità. Il lavoro dei mezzi d’informazione è molto importante in questi frangenti, e noi dobbiamo fare uno sforzo in più per aiutarvi.

Tecnicamente, lei questa settimana è in vacanza.

Sì, era l’unica settimana di vacanza che avevo con la famiglia. Ma appena saputa la notizia mi sono ovviamente precipitata a Barcellona.

Che si sente in quei momenti?

È stato un colpo durissimo. Mi sono arrabbiata, indignata. Ma bisogna reagire, dare un messaggio di forza. Queste sono le situazioni in cui dobbiamo dare davvero il meglio di noi stessi. Lo hanno fatto i pompieri, la polizia, i medici, i servizi sociali: fin dai primissimi istanti e con grandissima coordinazione si sono spesi per aiutare ciascuno come poteva. E i cittadini di Barcellona sono stati generosissimi, hanno aperto le loro case, hanno donato il sangue, hanno cercato di aiutare in ogni modo. Io sono loro molto grata, non mi stanco di ripeterlo.

Come reagisce una città quando accade un fatto così grave?

La manifestazione di stamattina (ieri, ndr) è stata molto importante. Ci tenevo a convocarla subito, è stata impressionante la risposta. Imponente, immediata. Ha trasmesso la determinazione, la dignità di una città e la convinzione che il terrorismo non vincerà. Noi barcellonesi abbiamo rivendicato il nostro modello di convivenza, la nostra diversità. Nella sua storia, Barcellona si è mobilitata molte volte. Per le lotte sociali, per la pace, per i rifugiati con un’enorme manifestazione alcune settimane fa. Siamo una città aperta, accogliente, che difende la convivenza. È la nostra forza. Ci hanno fatto molto male, ma con la testa alta diciamo: difenderemo i nostri valori e la nostra identità.

Dietro le parole di circostanza, c’è davvero collaborazione? Rajoy e Puigdemont hanno impiegato un giorno intero per farsi vedere assieme.

Ma lo hanno fatto, e sapevano che dovevano farlo. Io ho parlato con tutti e due in un paio di riunioni. Ho detto loro che la massima unità e la collaborazione sono un’esigenza imprescindibile in questo momento. Non ci sono alternative, siamo al servizio dei cittadini. Dobbiamo imparare da loro, dalla loro reazione, da quella dei medici e dei pompieri, dai messaggi di solidarietà che ci sono arrivati da tutto il mondo. Se vogliono alimentare le differenze avranno il rifiuto sociale unanime.

FONTE: Luca Tancredi Barone, IL MANIFESTO



Related Articles

Gino Strada: «La vera insicurezza è incitare all’odio contro chi sta peggio»

Loading

Intervista a Gino Strada: «Siamo già dentro un nuovo fascismo. In Italia nessuno chiede perché, con milioni di poveri, abbiamo una spesa militare di miliardi»

La nuova strategia di guerra dell’Alleanza

Loading

Crisi ucraina. A Bruxelles si incontrano i ministri della difesa

Haftar attacca gli impianti Eni in Libia, mentre Serraj si consegna a Erdogan

Loading

Libia. Mentre la Farnesina e Palazzo Chigi tacciono la guerra continua Il generale Haftar con mercenari russi stringe l’assedio a Tripoli

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment