Il New York Times dà la road map post-voto all’opposizione venezuelana

Il New York Times dà la road map post-voto all’opposizione venezuelana

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In un articolo sul «New York Times», David Smilde membro di Wola, Ong che esercita una forte lobby anti-Maduro a Washington, propone una road map all’opposizione venezuelana.

Anziché ammettere che le manovre sono fallite e che l’opposizione rischia con il fuoco di una possibile guerra civile, raccomanda quanto segue: «I paesi della regione devono pronunciarsi in modo unitario, dire che non riconosceranno la Costituente, la Costituzione che scriverà e il governo che creerà.

Questo renderà difficili i finanziamenti internazionali al Venezuela e farà capire a Maduro che è meglio negoziare. Le sanzioni, poi, devono essere collettive, da parte di un gruppo significativo di paesi della regione».

Cosa è l’Assemblea Costituente

La base legale per la convocazione dell’Assemblea Costiuente è l’articolo 347 della Costituzione del 1999 (approvata sotto dal governo presieduto da Hugo Chavez), che stabilisce che «il popolo venezuelano è il custode del potere costituente originale» e può nell’esercizio di tale potere convocare un’assemblea «con l’obiettivo di trasformare lo Stato, creare un nuovo ordinamento giuridico e redarre una nuova Costituzione». Il presidente può convocare questo tipo di organo legislativo adibito alla Costituzione, grazie all’articolo 348 della carta.

L’Assemblea sarà composta da 545 membri, di cui 364 eletti per territorio e 173 per ambito sociale, ovvero: 5 imprenditori, 8 contadini e pescatori, 5 disabili, 24 studenti, 79 operai, 24 rappresentanti dei Consigli comunali e altri organismi locali e 28 pensionati; inoltre vi saranno otto rappresentanti delle comunità indigene.

Secondo fonti della Commissione elettorale tuttavia gli aventi diritto al voto saranno almeno 19 milioni, ovvero un dato equivalente alle ultime politiche del 2015. In teoria, ogni decisione di revisione costituzionale che dovesse essere decisa dall’Assemblea, dovrà essere soggetta a referendum popolare.

FONTE: Marinella Correggia, IL MANIFESTO



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