Contrasto all’indigenza. Chi definiamo povero?

Contrasto all’indigenza. Chi definiamo povero?

Loading

Con l’approvazione della prima misura anti-povertà mai presa in Italia — il reddito di inclusione (Reis) — finalmente anche da noi le politiche di contrasto all’indigenza sono passate dal dibattito scientifico-sociologico direttamente nell’agenda di un governo. Nei prossimi mesi l’attenzione non sembra destinata a scemare, anzi la campagna elettorale dovrebbe ruotare, almeno in parte, proprio sui temi della disuguaglianza.

Ma come la misuriamo? Come possiamo evitare che comizi e talk show divengano altrettante occasioni per creare confusione piuttosto che per chiarire le idee ai cittadini/elettori? La soluzione non è facile e il primo passo sta nel mappare gli strumenti di cui disponiamo per fotografare la povertà. Qualche tempo fa il blog LaVoce.info aveva parlato di «tre povertà», proprio per sottolineare come ci fossero più metodologie di monitoraggio del fenomeno e nessuna da sola recasse le stigmate della perfezione.

Cominciamo dalla «povertà relativa», una misura adottata come standard di riferimento dall’Unione europea, che definisce povere tutte le famiglie il cui reddito è inferiore al 60% del reddito mediano. È stato detto in proposito che quest’indice misura più la disuguaglianza — relativa per definizione — che la povertà ma è lo standard dell’Eurostat e quindi non è derogabile anche perché consente i raffronti tra i singoli Paesi. Per tradizione l’Istat usa anche un altro parametro: la povertà assoluta. Che prende come riferimento i consumi, identificati in un paniere di beni e servizi ritenuti essenziali, e misura gli scostamenti. Il vantaggio di quest’indagine, che viene pubblicata ogni anno in luglio, è anche la sua velocità. La confezione dell’indicatore di povertà relativa ha invece un iter più lungo perché i dati vanno incrociati con i riscontri dell’Agenzia delle Entrate. Purtroppo povertà relativa e povertà assoluta non vengono comunicate simultaneamente e qualche problema quest’asincronia lo crea.

Non è tutto. Esiste poi l’indice di «grave deprivazione materiale», frutto di un’indagine europea che in Italia si materializza su un campione di 70 mila individui. È stato proprio quest’indice a generare polemiche nelle settimane scorse ed ad aprire la riflessione sulle «troppe povertà». I parametri in base ai quali si attesta la grave deprivazione, secondo quanto scritto dal professor Marco Fortis sul Foglio , sono quantomeno opinabili. Le domande a cui gli intervistati devono rispondere svariano da «può permettersi una lavatrice?» a «è in arretrato con il pagamento delle bollette?», passando per «può permettersi una vacanza di una settimana all’anno lontano da casa» e «può permettersi un’automobile?».

Si tratta indubbiamente di una rilevazione che fornisce agli addetti ai lavori ulteriori dati di conoscenza ma sicuramente non aiuta a identificare la platea di chi ha veramente bisogno e si presta ad alimentare critiche e strumentalizzazioni. Se ai poveri relativi e a quelli assoluti aggiungiamo i quasi-poveri cresce solo la confusione.

Dario Di Vico

SEGUI SUL CORRIERE DELLA SERA



Related Articles

La lobby di Big Pharma

Loading

Pressioni su medici e Asl, decreti legge affossati. Ecco come Big Pharma e le multinazionali farmaceutiche condizionano il mercato. E la nostra salute

Caso Diciotti, la procura di Agrigento indaga Salvini: «Sequestro di persona»

Loading

Mercante di umani. Il vicepremier attacca il pm di Agrigento. L’inchiesta passa al Tribunale dei ministri

Il medico scambiato per un narcos in cella otto mesi Il furto del passaporto, poi l’arresto

Loading

  MILANO — Svegliarsi un giorno, nella propria casa di professionista e marito e padre spagnolo, e trovare la polizia che viene a prenderti per farti scontare in Italia 15 anni di carcere per traffico di droga, in forza della sentenza definitiva di un processo al quale nemmeno avevi mai saputo d’essere stato sottoposto in tre gradi di giudizio. Tu che urli «ma ci deve essere un errore, sarà  uno scambio di persona» ; e loro che, con in mano il mandato di cattura europeo e lo sguardo da «dicono tutti così» , ti estradano dalla Spagna in Italia.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment