Il lavoro che uccide: già 188 vittime nel 2017
Nel 2017 ci sono già state 188 vittime sul lavoro, di cui 40 nelle costruzioni E tra esse numerosi over 55. Per quanto riguarda il 2016 le vittime sono state 641, mentre si è registrato un aumento delle denunce di malattie professionali e di incidenti sul lavoro. È l’allarme lanciato ieri da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil in occasione del «Safe Day 2017». Ieri i sindacati degli edili hanno organizzato un flash mob a piazza Santi Apostoli a Roma.
Il 20% delle vittime è stato registrato nel settore delle costruzioni. Questo settore ha anche il primato dei lavoratori anziani morti sul lavoro: quasi il 33% erano over 55 e oltre il 22% over 60. Il costo sociale diretto ed indiretto insostenibile è pari ad oltre 50 miliardi di euro. Il valore calcolato a livello mondiale è di circa 3 mila miliardi di euro, il 4% del Pil. La casististica va osservata su un arco pluriennale: è dal 2011 che gli infortuni e le morti sul lavoro sono aumentati tra i lavoratori over 55, in particolare nei cantieri. Negli anni della crisi si è accentuato il comportamento irresponsabile di molti imprenditori che hanno tagliato risorse alla sicurezza. La cronica mancanza di ispettori del lavoro e l’innalzamento della soglia da un milione a due per gli appalti al massimo ribasso, non potrà che peggiorare la situazione.
La mancanza di turn-over costringe i lavoratori a restare sulle impalcature mentre dovrebbero poter andare in pensione senza penalizzazioni, agevolando così anche l’ingresso di giovani tecnici specializzati e capaci di rispondere alle nuove esigenze del settore. In nome di questo turn-over i sindacati chiedono al governo l’estensione dei criteri della cosiddetta «Ape sociale» che «ha soltanto in parte risposto a questo problema». Per gli edili si tratta di «andare in pensione in anticipo e senza penalizzazione».
Fillea, Feneal e Filca chiedono di rafforzare i controlli e le sanzioni e procedere con una decretazione d’urgenza per rafforzare la sicurezza nei cantieri stradali. Nell’ottica di questi interventi propongono anche di «definire norme premiali per quelle imprese che dimostrino di essere regolari e sicure e adottino il sistema dell’asseverazione previsto dall’intesa e dalla normativa Uni-Inail-Cncpt, ripristinare il Durc nella sua originaria formulazione».
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