In Germania approvata una legge contro le «Fake news»

In Germania approvata una legge contro le «Fake news»

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BERLINO. Il governo Merkel dichiara guerra alle fake-news. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che punisce la pubblicazione di commenti incitanti odio e notizie false su internet. Per i gestori dei social in Germania scatta l’obbligo di cancellare entro 24 ore i contenuti illegali: chi non si adegua pagherà multe fino a 50 milioni di euro. Tutto mentre si mobilita anche l’esercito, con un «Kommando» per la cyber-guerra.

«I fornitori dei siti web hanno la responsabilità di ciò che viene caricato dagli utenti. Devono rimuovere subito le informazioni dolose» riassume Heiko Maas (Spd) ministro della giustizia. Per il via libera definitivo alla legge ci vorrà il voto del Bundestag, mentre dall’opposizione – come fra chi scrive le notizie «vere» – si leva la critica al provvedimento che restringe il confine dei diritti.
«A rischio è la libertà di espressione» denuncia l’Associazione dei giornalisti tedeschi (Djv). «Si tratta di una misura frettolosa che può mettere in pericolo il libero esercizio del pensiero» aggiunge la deputata dei Verdi Renate Elly Künast. «È nudo populismo» per il vicepresidente Fdp Wolfgang Kubicki. Marca il punto invece l’Spd e, soprattutto, la Cdu. Fra i più soddisfatti spicca il presidente dell’Unione in Parlamento Volker Kauder che da gennaio conduce la crociata contro le fake-news. Il primo a fare nomi e cognomi: «Si deve rispondere rapidamente ai reclami. Un dovere per chi diffonde le false notizie come Facebook o Twitter». D’ora in poi, secondo il disegno di legge, dovranno attivare modalità di segnalazione rapida di testi, foto e video fuori norma e altrettanto celermente rimuovere i byte incriminati. Nella proposta è prevista anche la certificazione ogni tre mesi dei dati in violazione delle regole. Pagherà chi non esercita davvero la «moderazione» dei contenuti o, più gravemente, è investito della legale rappresentanza dell’azienda (5 milioni di euro la sanzione prevista).

In realtà «è stata messa enfasi sulla legge, ma le norme attuali già permettevano la rimozione dei dati offensivi, solo che avveniva in tempi troppo lunghi» è l’analisi che circola al ministero della giustizia. Una moral suason a YouTube (che ha rimosso il 90% delle richieste effettuate) e un avvertimento agli inadempienti Facebook (39%) e Twitter (1%). Oltre a chi intendesse inquinare la comunicazione delle elezioni regionali (7 maggio in Schleswig-Holstein, il 14 in Nordreno-Vestfalia) e federali il 24 settembre. Per questo ieri Steffen Seibert, portavoce del governo, ha rivelato la creazione del Kommando Cyber Abwehr in seno all’esercito, dotato di 13.500 esperti necessari a contrastare i 120 mila attacchi informatici al mese subiti.

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