Bulgaria. Il centrodestra vince le elezioni, farà accordi con i populisti
SOFIA. Ha vinto ancora una volta l’ex premier Boyko Borisov, leader del movimento di centrodestra Gerb. Dopo essersi dimesso lo scorso novembre, in seguito alla cocente sconfitta alle presidenziali, Borisov torna in sella forte del risultato ottenuto ieri dal suo partito, che con il 32% dei consensi si è confermato prima forza nel prossimo parlamento di Sofia.
Nonostante le speranze della vigilia e i sondaggi che preannunciavano un testa a testa, si è invece fermata al 27% la rincorsa di Bsp, il partito socialista bulgaro (che critica fra l’altro le sanzioni alla Russia sulla crisi ucraina e si schiera contro l’accordo Ceta tra l’Ue il Canada). Un risultato che fa comunque segnare il raddoppio dei voti dal 2014 (allora toccò il minimo storico del 16%) e promette opposizione dura. «In ogni caso respingeremo un’eventuale offerta da parte del Gerb di formare una grande coalizione di governo», ha dichiarato la leader del partito Kornelia Ninova.
Sembrano invece fuori dai giochi le formazioni di destra liberale e pro-europea, presentatesi separate agli elettori, così come il movimento Dost, sponsorizzato dal presidente turco Recep Tayyp Erdoğan.L’affluenza alle urne è stata intorno al 50%. Al momento, con lo spoglio ormai quasi definitivo del 99,98% delle schede elettorali, altri tre partiti superano con certezza la soglia di sbarramento del 4%: i Patrioti Uniti, coalizione di partiti nazionalisti ed euroscettici che raggiunge il 9% dei voti, il Dps (con l’8,99%), che rappresenta la minoranza turca in Bulgaria e Volia, volontà, progetto populista del controverso imprenditore Veselin Mareshki, ribattezzato «il Donald Trump bulgaro».
Ora la prospettiva più credibile per il prossimo governo è quella di una coalizione tra Gerbe e i partiti nazionalisti, con l’opzione di coinvolgere anche il movimento di Mareshki.
Una scelta che sembra obbligata, ma che appare non priva di contraddizioni: il sostegno diretto di nazionalisti e populisti potrebbe complicare il rapporto di Borisov con l’Unione europea: un elemento da non sottovalutare vista l’importanza dei fondi strutturali europei per la Bulgaria.
La centrale del Gerb ha annunciato che inizierà la settimana prossima le consultazioni per formare una maggioranza di coalizione. Dopodiché il presidente Rumen Radev (un ex generale dell’aeronautica, sostenuto dal Bsp) dovrà incaricare Borissov di formare un nuovo governo. Ma non sarà imprese facile.
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