“Metodi nazisti”, cresce la tensione tra Turchia e Germania

“Metodi nazisti”, cresce la tensione tra Turchia e Germania

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Dura reazione del ministro degli Esteri tedesco Gabriel: “Superato il limite”. Alta tensione fra le due capitali

BERLINO. Il presidente turco Erdogan non si è preso una pausa troppo lunga prima di tornare ad aggredire la Germania, divenuta la sua principale arena per la sfida del referendum del 16 aprile. Ieri ha accusato Angela Merkel sul piano personale. La cancelliera userebbe «metodi nazisti»: la volta precedente il suo insulto, identico, era rimasto genericamente rivolto alla Germania.

Inoltre Ankara ha convocato l‘ambasciatore tedesco per le manifestazioni curde di Francoforte di venerdì in cui erano spuntati alcuni manifesti con foto di Ocalan e bandiere del partito indipendentista Pkk. «Con il pretesto della festa della primavera curda che si celebra il 21 marzo – ha commentato un portavoce della presidenza turca – hanno mostrato bandiere e cartelloni di un’organizzazione terrorista». Erdogan si è premurato infine di annunciare che Denis Yucel, il corrispondente del quotidiano berlinese Welt detenuto da fine febbraio nelle carceri turche, è accusato di terrorismo è subirà un processo.
L’attacco a tre punte di Erdogan ha innescato l’ennesima crisi diplomatica con la Germania, il Paese che ospita la più grande comunità di turchi all’estero. Dopo la scelta di Merkel di rispondere il meno possibile agli insulti ripetuti di Erdogan, in un’intervista che esce oggi sulla Passauer Neue Presse, il vicecancelliere Sigmar Gabriel (Spd), lo avverte invece che «ha passato il segno». Il ministro degli Esteri ha spiegato che «siamo tolleranti, ma non siamo degli imbecilli» e annuncia di aver fatto sapere «molto chiaramente al mio omologo turco che è stato oltrepassato un limite». Gabriel ha definito le sparate di Erdogan «scioccanti». E un commento identico è arrivato dalla vice del partito di Merkel, Julia Kloeckner.
Erdogan aveva già parlato di «metodi nazisti» dopo i comizi annullati di ministri turchi nelle scorse settimane da varie amministrazioni locali tedesche, ufficialmente per ragioni di sicurezza.

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