Elezioni in Francia: «Macron favorito ma Le Pen potrebbe segnare il trionfo dei populismi»
PARIGI «Le elezioni francesi diventano decisive a livello mondiale. Dopo la Brexit e la vittoria di Trump in America, la tendenza populista può confermarsi con Marine Le Pen presidente. Se invece vincerà Emmanuel Macron, come io credo sia più probabile, la Francia può diventare un faro di speranza nell’oceano di sconforto occidentale». Il politologo Dominique Moïsi vede nella sfida tra Marine Le Pen e Emmanuel Macron uno scontro finale tra due opposte visioni del mondo. Il 23 aprile e il 7 maggio si giocherà una partita globale tra nazionalismo e società aperta al mondo.
A Lione Marine Le Pen ha messo in parallelo «mondialismo finanziario» e «fondamentalismo islamista», a suo dire due facce della stessa minaccia che pende sulla Francia. Che cosa pensa di questo paragone?
«Bisogna capire che sui temi della globalizzazione il Front National oggi è un po’ l’equivalente di quel che un tempo era il partito comunista. Ha un’ideologia anti-capitalista molto vicina all’estrema sinistra. I discorsi di Jean-Luc Mélenchon e di Marine Le Pen, sul piano dell’economia e dell’avversione nei confronti del mondo globalizzato, sono abbastanza vicini».
Nel Front National si dice ci siano due anime, quella che lei ha appena descritto di Marine Le Pen, corrispondente al Front National del Nord e l’al tra, più tradizionale, conservatrice e liberista in economia, della nipote Marion Maréchal Le Pen, espressione del Front National del Sud. È così?
«C’è più un lato da estrema destra classica in Marion Maréchal Le Pen, senza dubbio. E con i peggiori connotati, come il razzismo e una certa forma di antisemitismo ancora presente. Il Front National tradizionale è Marion Maréchal Le Pen. Il Front National nuovo è Marine Le Pen».
Da anni Marine Le Pen si sforza di svecchiare il partito per prendere il potere. Pensa che stavolta ce la farà?
«Allo stato attuale le probabilità di Marine Le Pen di vincere le elezioni presidenziali restano deboli. A meno che nelle ultime settimane prima del voto ci siano una moltiplicazione di attentati terroristici che facciano diventare la sicurezza la questione assolutamente prioritaria, e a meno che gli scandali sulla corruzione si allarghino e si aggravino. Se si affermasse il clima che già esiste del tous pourris , «i politici sono tutti marci», Marine Le Pen potrebbe trarne vantaggio. Ma in assenza di questi scenari catastrofici, credo che al secondo turno verrà battuta, quale che sia il candidato che avrà di fronte».
Nel comizio di sabato Macron ha insistito su idee, atteggiamenti e proposte che ne fanno l’anti-Marine Le Pen e l’anti-Trump francese, più di chiunque altro.
«Macron è il candidato della speranza di fronte ai candidati della paura, che sono Marine Le Pen ma anche Jean-Luc Mélenchon all’estrema sinistra e per certi versi anche François Fillon a destra. Macron può essere la risposta europea all’ascesa dei populismi».
Pensa che Mélenchon e il vincitore delle primarie socialiste Benoît Hamon, magari alleati, abbiano qualche possibilità?
«Non credo. Anche se la popolarità di Hamon sta crescendo molto, dubito che questa sinistra possa vincere. E la destra dei Républicains, per tornare in gioco, dovrebbe riuscire nell’impresa di trovare un candidato credibile al posto di Fillon. No, penso che la sfida al ballottaggio sarà Macron-Le Pen».
Stefano Montefiori
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