Un museo diffuso per mettere le periferie al centro

Un museo diffuso per mettere le periferie al centro

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Un museo diffuso, con le borgate romane finalmente protagoniste. Firmando una petizione disponibile online, è possibile contribuire alla rilevante iniziativa dedicata a storia, cultura e riqualificazione della periferia promossa dall’associazione Ottavo Colle.

Si tratta dell’invito, indirizzato alla sindaca e all’assessore alla Crescita culturale del Comune di Roma, a sostenere un progetto finalizzato alla conoscenza del percorso evolutivo, sociale e urbano delle borgate cittadine istituite in epoca fascista. Acilia, Gordiani, Pietralata, Prenestino, Primavalle, Quarticciolo, San Basilio, Tiburtino III, Tor Marancia, Trullo, Tufello, Val Melaina: luoghi accomunati non solo dall’età, ma anche da intense e pluridecennali vicende che formano un patrimonio storico non più relegabile alla remota marginalità rispetto ai tradizionali circuiti di visita cittadini. La Roma contemporanea si spiega e si conosce in modo consistente attraverso il contatto diretto con questa imponente e ricca anima della città.

Difficoltà e degrado dominano nell’immaginario di chi pensa alla periferia. Un museo diffuso non ha scopi lenitivi con racconti edulcorati che rendano sfocata la denuncia di dolorose vergogne civili e dell’emarginazione. E, però, nemmeno intende indugiare su una passiva contemplazione dei misfatti alimentando, in definitiva, approcci alla borgata superficiali, voyeuristici e, diciamolo pure, compassionevolmente borghesi. Offre, invece – non soltanto a chi vive la borgata quotidianamente, ma anche a chi è ad essa sensibilmente attento – lo spunto intelligente di riflettere sui luoghi, interpretarli, di pensarli nel futuro rispettando il passato e, soprattutto, costituisce veicolo di confronto e dignitose opportunità.

 

La proposta innovativa di un museo diffuso delle borgate si inserisce quindi nel panorama di crescente interesse generale rivolto agli assetti urbani e alla condizione delle periferie metropolitane. Aree, quartieri e rioni abitualmente collocati nel cono d’ombra cittadino stanno guadagnando una solida posizione nella vita culturale della Capitale. questo grazie anche all’impegno incessante di organizzazioni territoriali, associazioni di volontariato e centri sociali. Attività accompagnate dall’importante opera di studiosi e ricercatori, di gruppi di persone e di singoli cittadini coinvolti nell’autoproduzione urbana, di artisti impegnati a valorizzare strade e contesti altrimenti destinati all’ignoto.

Si moltiplicano dunque le iniziative, con un pullulare di eventi che mantengono elevata l’attenzione collettiva sulla periferia, tentando di sottrarla al clichèdell’effimero e ingannevole onore delle cronache trasmesse in periodo elettorale. Insomma, una moltitudine di energie, una rete di persone e conoscenze che possono trovare utile potenziamento espressivo in un museo diffuso capillarmente, presente e radicato nelle varie borgate.

L’iniziativa di Ottavo Colle, associazione coordinata da Irene Ranaldi sociologa e giornalista da sempre sensibile alle istanze e ai valori della periferia, è perciò una proposta preziosa.

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Progettare un museo è particolarmente impegnativo, specie se parliamo di un museo non rivolto unicamente al passato, ma dinamico, multiculturale, promotore dell’integrazione, della solidarietà e del rapporto con le altre aree urbane e del centro cittadino.

Alla base di una scelta progettuale vi è certamente l’originalità di un’idea e il suo contenuto culturale e di ricerca. Qui poi è determinante il valore intrinseco della proposta che precede e giustifica il progetto stesso: collegare l’esperienza delle varie borgate in un’ottica di coerente confronto, tutelandone l’identità figlia di una storia complessa e difficile.

Semplificando, il museo è assimilato a un posto con collezioni di cose degne di essere conservate. Qui si aggiunge, con la caratteristica del “diffuso”, l’urgenza di un tessuto connettivo che colleghi e consolidi differenti contesti con itinerari di visita, percorsi formativi e didattici che stimolino la motivazione dei residenti in borgata e l’attenzione dei visitatori.

Come riportato nel testo della petizione, si chiede “al Comune di Roma di sottoporre ad una speciale tutela le Borgate Storiche, realizzando progetti organici di riqualificazione e rigenerazione del territorio che le preservino da ogni tentativo speculativo, e di creare, a tale scopo, un ‘Museo Diffuso delle Borgate Romane’ che ne cataloghi e ne valorizzi i punti di riferimento e di riconoscimento territoriali, i cosiddetti landmark: emergenze archeologiche, geologiche, ambientali e paesaggistiche; edifici e monumenti storici; luoghi e riferimenti storici cinematografici, artistici e letterari; aree produttive, commerciali, artigianali ed industriali di particolare interesse storico, sociale e culturale”.

È un percorso ambizioso e, con la collaborazione di tutti, possibile. Tanto c’è da fare, ma un primo gesto, semplice e importante, è una firma che vale molto.

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* Fotografo per passione, ha aderito alla campagna Facciamo Comune insieme.

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