“Raggi sotto scorta perché pedinata”

“Raggi sotto scorta perché pedinata”

Loading

ROMA. Virginia Raggi gode di un servizio di tutela dopo che è stata pedinata durante i suoi spostamenti privati. Episodi che, per scelta e tutela della sua privacy, non ha voluto rendere pubblici. La questura della capitale cerca così di mettere un po’ di ordine nel mare di commenti e tweet che ieri hanno monopolizzato i social dopo la pubblicazione delle foto che immortalano la sindaca di Roma con le buste della spesa, sotto l’occhio vigile della sua scorta.

Un dibattito su più fronti, ma animato soprattutto da chi ha ribaltato sui grillini le loro dichiarazioni sulle scorte della “casta”. Alessandro di Battista nel corso del suo tour estivo per il No al referendum ha postato sui suoi account foto in sella al suo scooter circondato solo da altri centauri. Lo slogan: «La mia scorta sono i cittadini». E Beppe Grillo: «I politici non devono girare con la scorta. Di cosa hanno paura?». In un post su Facebook dello scorso 10 giugno la deputata Roberta Lombardi scriveva: «Noi non accettiamo lezioni da chi va a fare la spesa con la scorta». E sullo sfondo aleggiano sempre le feroci polemiche contro Anna Finocchiaro, all’epoca capogruppo del Pd al Senato, immortalataall’Ikea con l’agente di scorta che spingeva il carrello pieno.
Le parole simbolo della Lombardi spiegano l’imbarazzo grillino: nel M5S nessuno ha voluto commentare o anche solo prendere le difese della sindaca. Lo hanno fatto invece il presidente del Pd Matteo Orfini e lo scrittore, da anni sotto scorta, Roberto Saviano.
«Virginia Raggi è andata a fare la spesa con la scorta. Attaccarla per questo è da imbecilli», scrive su Facebook il deputato del Pd. Orfini ricorda che «nessuno decide di avere la scorta, ti viene assegnata perché evidentemente c’è un rischio per la tua persona». E in effetti la questura di Roma conferma che la decisione è stata presa dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica «sulla base delle informazioni disponibili alle forze di polizia».
Perché in effetti di scorta vera e propria non si tratta. Si prevede solo che la sindaca sia accompagnata sempre da due uomini: un vigile urbano e un poliziotto che l’accompagnano con l’autovettura bianca che si vede nelle foto pubblicate. Orfini conclude il suo ragionamento con una critica ai grillini: «Spero che finalmente se ne rendano conto anche i compagni di partito della Raggi, a cominciare da quel Di Battista che su questo tema ha ossessivamente e indegnamente speculato. Che il sindaco di Roma abbia una scorta semplicemente non è una notizia».
Anche Saviano difende la Raggi. L’autore di Gomorra, forte della sua esperienza personale dice: «Disgustose le polemiche sulla scorta a Virginia Raggi, che è sindaco di Roma, capitale d’Italia. Di solito preferisco non intervenire sul tema scorte, è un discorso molto delicato. Ma chi parla di scorte lo fa spesso senza alcuna conoscenza del tema oppure, peggio, in mala fede ». Lo scrittore scrive infatti che «se Virginia Raggi avesse deciso di muoversi senza scorta, le sarebbe stato impedito. Sarebbe potuta andare a fare la spesa da sola? Se si elude la scorta, si crea una difficoltà al sistema di protezione. Quindi, non si può».

SEGUI SU LA REPUBBLICA



Related Articles

I dubbi della Chiesa sul dopo Cavaliere

Loading

 Segnali dal premier: senza di me un’Italia alla Zapatero

Ingroia: primavera per l’Italia

Loading

Lista civica. Il procuratore palermitano parla da premier: «Quarto polo? Non saremo secondi a nessuno». Appello a Bersani: «Insieme se il Pd vuole fare una svolta, incontriamoci». Ma anche a Grillo. In prima fila Di Pietro, Diliberto. In sala anche Ferrero e Bonelli. Ma il sostituto: «Fate un passo indietro»

Incontri, riunioni e iniziative La Chiesa sogna un (nuovo) Caf

Loading

Il sogno cattolico delle notti di fine estate è quello di un nuovo Caf. Oppure Cal, non importa l’acronimo. È l’obiettivo inconfessabile, e per il momento in ibernazione, di rimettere insieme Pdl e Udc prima delle prossime elezioni politiche: una versione italiana del Partito popolare europeo, nel segno del dopo-Berlusconi.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment