Rotto il baluardo tedesco ora la valanga populista minaccia la Vecchia Europa
IL SUCCESSO dell’estrema destra anti immigrati in Meclemburgo pone fine all’eccezione tedesca. Finora la Germania era rimasta l’unico Paese europeo in cui la montata populista risultasse in qualche modo contenuta. Merito della pragmatica prudenza della Merkel. Ma soprattutto di una economia che ha risentito meno delle altre della crisi e che continua a crescere garantendo livelli di occupazione decisamente sopra la media Ue. Ma in Europa nessun Paese è un’isola. Ed ecco che, un anno dopo la coraggiosa decisione della Cancelliera di aprire le porte a un milione di rifugiati siriani, anche la Germania si trova sommersa dallo tsunami del mal di pancia nazional-populista. Lo stesso che, qualche mese fa, ha spinto la Gran Bretagna fuori dall’Unione. Lo stesso che minaccia ora di travolgere il governo olandese alle elezioni di marzo prossimo. Lo stesso che con Marine Le Pen mette un’ipoteca molto pesante sulle presidenziali francesi di aprile-maggio. E che potrebbe portare ad una clamorosa sconfitta della stessa Merkel alle politiche tra poco più di un anno. Del resto la Cancelliera è reduce da una serie di batoste nelle elezioni locali e sta registrando pessimi risultati nei sondaggi di opinione.
Un po’ dovunque la valanga populista ha prodotto il medesimo effetto, costringendo la destra e la sinistra moderate a coalizzarsi per governare. È già successo al Parlamento Europeo. Succederà così anche in Meclemburgo, dove socialdemocratici e democristiani insieme conservano comunque la maggioranza nel parlamento regionale. È probabile che anche alle prossime elezioni presidenziali francesi si assista, nel ballottaggio, alla desistenza del candidato socialista o neo-gollista per fermare la Le Pen. Ma il problema è che, fino ad ora, queste coalizioni tra partiti storicamente rivali sono state dettate dall’emergenza. Sono frutto della necessità di far fronte all’onda del malcontento popolare conservando un potere di impronta europeista ma preservando sul fondo le antiche rivalità. Quello che è mancato, e che ancora manca, è la capacità delle forze democratiche di articolare una risposta politica comune alla sfida nazional-populista. Matteo Renzi, a suo modo, ci sta provando. Dopo la débacle nel Meclemburgo, anche Angela Merkel farà bene a cercare di battere questa strada, se tra un anno vorrà ancora ritrovarsi nella Cancelleria.
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