La Sicilia va in fiamme centinaia di roghi e scuole evacuate “Atti dolosi e criminali”

La Sicilia va in fiamme centinaia di roghi e scuole evacuate “Atti dolosi e criminali”

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PALERMO  Il vento di scirocco tira fino a 45 gradi in Sicilia, nelle ultime 36 ore sono divampati 500 incendi. Da Palermo a Trapani, da Agrigento a Messina sono decine gli intossicati, tanta paura soprattutto in due scuole materne di Monreale. «Sospetto che dietro ai roghi ci siano mani criminali», denuncia il presidente della Regione Rosario Crocetta. «Non è possibile che tutta la Sicilia prenda fuoco per caso nello stesso momento», ribadisce Giuseppe Antoci, il presidente dell’ente Parco dei Nebrodi scampato un mese fa a un attentato mafioso. La pista dei piromani è quella che sta seguendo il commissario Manfredi Borsellino, il figlio del giudice ucciso nel 1992, che indaga sul fronte di fuoco che ha isolato Cefalù e la zona delle basse Madonie: un centinaio le persone allontanate dalle abitazioni e da due hotel, un tratto dell’autostrada Palermo-Messina chiuso.

Per un giorno, la Sicilia si è fermata. Bloccato anche un tratto della Palermo-Mazara del Vallo, fra Carini e Cinisi. Stop alle principali linee ferroviarie regionali, da Palermo in direzione di Messina, Catania e Agrigento. Non sono partiti neanche i servizi sostitutivi con i pullman, perché molte strade sono rimaste avvolte dal fumo. Una giornata lunghissima per l’esercito dei soccorritori; la protezione civile nazionale ha inviato sette Canadair per dare manforte ai quattro elicotteri della Forestale, ma il forte vento ha tenuto a terra gli aerei per molte ore. Intanto, nel pomeriggio, la situazione peggiorava soprattutto a Palermo. A fuoco, il Monte Pellegrino che sovrasta la città, duecento le persone evacuate dalle abitazioni. Per precauzione, il Comune ha disposto la chiusura di giardini e parchi. E ha invitato con un tweet i cittadini a «non uscire da casa ». Il prefetto Antonella De Miro ha istituito un tavolo di crisi per far fronte all’emergenza incendi diventata presto un caso nazionale: il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha fatto sapere di essere in «continuo contatto» con il dipartimento della protezione civile.
Ma in Sicilia divampano anche le polemiche. Il presidente della commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, rilancia i sospetti sui «piromani asserviti alle organizzazioni criminali » ma punta l’indice contro quelle che definisce «le gravi omissioni degli apparati politici e burocratici regionali: non serve essere particolarmente esperti — dice — per capire che la dimensione del danno poteva essere assai contenuta se i sentieri tagliafuoco della Forestale fossero stati realizzati in tempi ragionevoli». Nel mirino dei piromani è finita anche l’oasi costiera Wwf delle Saline di Trapani. I volontari dicono: «Bisogna intensificare le indagini contro i ladri di territorio».


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