Commando nel cuore di Tel Aviv tre morti nel centro commerciale

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GERUSALEMME  Il cuore della vita notturna di Tel Aviv è stato insanguinato ieri sera da uno dei più violenti attacchi terroristici degli ultimi mesi. Mancavano pochi minuti alle 10 e il Sarona Market era affollato come sempre a quell’ora. Su questa folla che riempiva i vialetti col prato, il parco giochi dei bambini, che si accalcava nei ristorantini di Street Food e nelle gelaterie all’italiana, due terroristi hanno aperto il fuoco con armi automatiche e una serata di festa si è tramutata in tragedia. Le raffiche sparate hanno ucciso tre persone, ne hanno ferite altre sei. Ai primi colpi la maggior parte delle migliaia di persone che affollavano il Sarona sono fuggite in preda al panico mentre si diffondeva la voce di una possibile bomba e la polizia iniziava una caccia all’uomo su larga scala in cerca di un possibile “terzo uomo”.

Il Sarona Market pullula di uomini della security in divisa — ci sono metal detector per le aree chiuse — e di militari che lavorano al Ministero della Difesa e al Quartier Generale dell’Idf che si trova dall’altro lato della strada, in cerca di una bibita o una fetta di pizza in una serata bollente come in piena estate. Non c’era possibilità di scampo per i due terroristi, uno ha fatto solo qualche centinaio di metri prima di essere “neutralizzato” come recita il comunicato della polizia e il racconto dei testimoni alle tv israeliane che hanno subito aperto la diretta. L’altro è fuggito per circa un chilometro. Entrambi sono stati feriti e sono ricoverati nell’ospedale Ijilov che non è distante dal Sarona. Qui sono anche sottoposti alle cure gli altri sei feriti israeliani nella sparatoria.
Come raccontano i testimoni, sarebbe meglio dire gli scampati alla sparatoria, per potersi avvicinare senza destare grandi sospetti, i due giovani palestinesi si erano travestiti da ebrei ultraortodossi, con cappello alla Borsalino e treccine finte. Un travestimento scelto anche per nascondere i fucili sotto i lunghi pastrani neri e in qualche modo potersi avvicinare alla zona senza grandi controlli. Stando alle prime indagini della polizia, i due terroristi entrambi ventenni appartengono alla stessa famiglia e sarebbero venuti da un villaggio nei pressi di Hebron — la città palestinese caposaldo di Hamas — a Tel Aviv in auto. Il travestimento dei due terroristi è anche servito per ingannare i diversi check-point all’uscita di quella zona palestinese.
I due terroristi del villaggio di Atta — di cui comunque la polizia non ha ancora nella notte diffuso le generalità — hanno seminato il terrore nel cuore della vita celeberrima vita notturna di Tel Aviv, perché la caccia all’uomo lanciata dalla polizia in cerca di un possibile terzo terrorista dal Sarona Market ha investito tutto il centro. La Kaplan Avenue, la Rothschild con i suoi ristoranti e pub affollatissimi a quell’ora, il Teatro Nazionale. Le sirene di ambulanze e polizia rimbalzavano fra gli eleganti palazzi della zona più esclusiva della città, mentre i marciapiedi si riempivano di agenti in borghese e in divisa che pistola alla mano scrutavano fra la gente. Scene più consuete a Gerusalemme che non a Tel Aviv.
Inizia così nel sangue il Ramadan, il mese di digiuno e preghiera per gli arabi, che è sempre foriero di forti tensioni e violenze. Così come accaduto nel 2014 quando le violenze durante il mese sacro innescarono la guerra di Gaza che si concluse dopo 51 giorni e un bilancio drammatico, di cui la Striscia paga ancora le conseguenze.


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