Pensioni, vertice (a sorpresa) governo-sindacati

Pensioni, vertice (a sorpresa) governo-sindacati

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ROMA Un tempo gli incontri tra governo e sindacati erano all’ordine del giorno. Non c’era decisione di rilievo che non venisse presa senza «concertarla» con le parti sociali. Poi sotto i governi Berlusconi si passò alla «consultazione», procedura ufficialmente più distaccata dietro la quale continuava però la concertazione con alcuni (Cisl e Uil). Infine, il governo Monti, pressato dall’emergenza, fece a meno anche della consultazione, che forse avrebbe evitato qualche eccesso normativo foriero di guai (esodati). Con Matteo Renzi il rapporto è cambiato ancora, all’insegna di una sfida lanciata dal premier rottamatore verso sindacati che giudica vecchi e consociativi. Per questo il fatto che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – poco prima di andare al consiglio dei ministri che ha approvato il Foia (le nuove norme sulla trasparenza amministrativa) – abbia convocato per martedì 24 maggio i segretari di Cgil, Cisl e Uil per parlare di pensioni, è di per sé una notizia. Tanto più che all’incontro ci sarà anche Tommaso Nannicini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio che ha messo a punto l’Ape, cioè l’Anticipo pensionistico, che è l’ipotesi di «flessibilità in uscita» (si lascia il lavoro un po’ prima ma prendendo di meno) annunciata da Renzi come possibile dal 2017.

Che poi il vertice possa servire a qualcosa è difficile. Cgil, Cisl e Uil hanno già bocciato l’Ape, perché si tratterebbe di un anticipo sulla pensione che il lavoratore dovrebbe pagarsi sotto forma di prestito dalle banche. «Un regalo a banche e assicurazioni», ha sentenziato il leader della Cgil, Susanna Camusso, in un’intervista al Corriere . Parole che non sono affatto piaciute al governo. La stessa Camusso e Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, qualche giorno dopo, hanno abbandonato l’assemblea di Rete Imprese mentre Nannicini nel suo intervento stava criticando i «vecchi riti» concertativi. Adesso Poletti prova a ricucire. E comunque la convocazione è il segnale che, almeno sulle pensioni, il governo un certo ruolo al sindacato lo riconosce. «Speriamo parta un confronto serio», dice il segretario della Cisl, Annamaria Furlan.

Il cammino è lungo. Le decisioni verranno prese a ottobre con la legge di Bilancio, ha già chiarito Renzi. E il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha avvertito che i costi devono essere minimi (di qui l’idea di coinvolgere le banche) e che la riforma Fornero non potrà essere stravolta. Resta che una finestra di dialogo si è aperta. Anche se non direttamente con Renzi. Che solo una volta ha convocato i vertici sindacali a Palazzo Chigi: alle 8 del mattino del 7 ottobre 2014 sul Jobs act. E mentre parlava Barbagallo – che non si era presentato – lo interruppe così: «Ma lei chi è?».

Enrico Marro



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