I messaggi del «clan»: quella nomina di Delrio per il porto di Augusta
ROMA Pressioni su altri ministri per ottenere nomine e appalti. Riunioni segrete per favorire Finmeccanica ed Eni nella spartizione della torta da oltre cinque miliardi di euro stanziati per la legge navale. Gli atti processuali dell’inchiesta di Potenza svelano, tra sms e telefonate, gli altri lavori sui quali il «comitato d’affari» di cui fa parte Gianluca Gemelli, il compagno del ministro Federica Guidi, aveva messo le mani. Tanto da riuscire a orientare le scelte di governo e Parlamento come la designazione dell’autorità portuale di Augusta effettuata dal titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio e altri provvedimenti su cui sostengono di aver ricevuto promesse da Maria Elena Boschi. Sulla designazione è stata presentata una interrogazione dal parlamentare pd Claudio Fava e Gemelli si sfoga: «Fava è amico della Chinnici, sono tutti questi dell’Antimafia, sai tutti questi… eh il giro quello è… Antimafia praticamente, perché questi qua… guarda quelli che utilizzano i cognomi dei martiri per fare carriera, fanno ancora più schifo degli altri… l’ho sempre dichiarato, lei, la Borsellino, questa è gente che proprio andrebbe eliminata… però dicono sono bravissime persone… e va beh, se lo dite voi!».
Delrio e il porto
È maggio 2015, il «clan» si muove per far rinnovare al vertice del Porto di Augusta Alberto Cozzo. E chiede al vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello di intercedere con il ministro Delrio. Annotano gli investigatori: «È di rilevante contenuto una conversazione tra Nicola Colicchi e il Capo di Stato Maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi proprio in merito all’intervento di Lo Bello, ai rapporti esistenti tra quest’ultimo ed il ministro Delrio (che su invito del primo avrebbe addirittura dato indicazioni al Vice Capo di Gabinetto di strappare un decreto già predisposto, lo stesso decreto, probabilmente, cui facevano cenno Cozzo e Gemelli e che avrebbe previsto la nomina di Macauda a capo dell’Autorità Portuale, in attesa che si attuasse la riforma definitiva) ed alla possibilità di far divenire “operativo” quel medesimo rapporto a proprio vantaggio».
Boschi e Madia
Il controllo sul porto di Augusta pare strategico per il gruppo. Dice l’ammiraglio De Giorgi: «La Pinotti nel frattempo… chiesto a… Gabinetto di Marina di preparargli uno studio sull’accorpamento delle Capitanerie di Porto, allora il vulnus sta nel fatto che Graziano imporrebbe sicuramente collegamenti tra trasporti e Marina… tramite la ministra in questo momento, incazzata com’è sulla vicenda del Libro Bianco, direbbe senz’altro di sì. Allora, noi dobbiamo… cioè fare in modo, devono essere loro che… la Madia, come mi aveva promesso la Boschi, ha detto che si doveva rivedere la questione del mare…».
«Legge firmata!»
Le mire del gruppo sugli appalti per la Difesa hanno origine già nel 2014. La mattina dell’11 dicembre Gemelli riceve dall’utenza in uso a Nicola Colicchi, il seguente sms: «Gianluca per favore potresti chiedere a Federica se firma il documento legge navale? È ancora li…». Lui risponde: «Non dovrebbe esserci, mo’ mi informo». Poco dopo «Gemelli dice di aver mandato un WhatsApp a Federica per chiedere lumi sulla questione, perché lei gli aveva detto che c’erano a questo punto un sacco di cose da ristampare, 14 pagine per ogni cosa. Afferma che tuttavia la stessa non l’ha ancora letto». Ma nel pomeriggio arriva il via libera. Colicchi manda tre sms:«Firmata legge navale!!! Firmata legge navale!!! Vito ha chiamato Berutti un paio d’ore dopo il WhatsApp dicendo che “finalmente era riuscito a far firmare il provvedimento”… Facce di culo». La partita è strategica per il governo. E infatti è uno dei principali motivi di guerra tra Guidi e il suo viceministro Claudio De Vincenti.
La riunione con De Vincenti
Il 24 novembre 2914, sfogandosi con Gemelli, Guidi dice che «l’appuntamento di stasera era stato convocato giovedì alla presenza del ministro, e che nonostante abbia comunicato impegni per quella data, comunque la riunione si è tenuta alla presenza del vice ministro. Si lamenta delle risposte imbarazzanti date dalla segreteria di Pier Carlo (ministro Padoan)». Annotano gli investigatori: «La riunione cui fa riferimento la Guidi, tenutasi al ministero per l’Economia, atteneva al piano Finmeccanica. Guidi fa riferimento agli amici di Gemelli “…dì ai tuoi amici che mi sono accorta che ho un pezzo di m… non è che facciamo un favore a De Vincenti allora stiamo meglio tutti, hai capito?… Io stasera ho avuto la riprova che il famoso piano Finmeccanica, va bene, quello di cui tu, anche tu mi hai scritto, a mia richiesta stasera no, perché non posso, lo facciamo in un altro momento, nessuno, compresa la segreteria di Piercarlo ha avuto il coraggio di dirmi che in realtà l’incontro era in corso, e sai chi c’è andato: De Vincenti! Senza dirmi niente, al ministero non sa niente nessuno che De Vincenti ci sia andato… E poi De Vincenti, Claudio De Scalzi (amministratore delegato di Eni) che mi dice che venerdì mattina è al ministero per parlare con De Vincenti che lo ha convocato per parlare di cose di cui Claudio De Vincenti non dovrebbe neanche parlare…».
Missili e soldi
De Giorgi segue l’iter parlamentare per lo sblocco dei fondi e racconta: «Alfano (il sottosegretario Gioacchino Alfano) è stato ricondotto apparentemente a miti consigli da Pinotti, che finalmente gli ha dato un cazziatone, gli ha tirato, gli ha fatto scrivere cosa leggere: l’ha letto. E quindi si è rimangiato tutto». Il gruppo ha raggiunto un accordo con la Regione Campania e si accorda «con Santangelo, segretario particolare di Caldoro, così da presentare tutta la documentazione. Il tema è: “Sistemi di Difesa e Sicurezza del territorio”, dove all’interno verrà inserita anche la videosorveglianza ai missili. Si tratterebbe di un programma che prevede un accordo tra i vari ministeri (Interni, Difesa, Economia e Sviluppo Economico) e una rete di Imprese» .
Fiorenza Sarzanini
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