«Lo mettiamo al Senato se Maria Elena è d’accordo» E lui avvisa il dirigente Total
La chiave della storia è nell’sms che Gianluca Gemelli invia al dirigente della Total Giuseppe Cobianchi il 13 dicembre 2014: «Le confermo che Tempa Rossa è stata definitivamente inserita come emendamento del governo nella legge di stabilità. Buon we. Gianluca». Il governo ha dunque dato il via libera, l’affare si può concludere.
Il decreto del governo
Per i magistrati di Potenza è la prova che l’imprenditore «riusciva, per il proprio tornaconto personale e per la buona riuscita dei propri affari, ad utilizzare il ruolo istituzionale ricoperto dalla propria compagna, il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi». Ma non solo. Perché l’ordinanza di arresto dei dirigenti dell’Eni svela come il progetto da realizzare in Puglia fosse in realtà finito all’attenzione di vari membri del governo, tanto che Guidi parla di un accordo con la responsabile per le Riforme Maria Elena Boschi. E negli atti processuali emerge anche il ruolo del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, che si mette a disposizione di uno degli imprenditori indagati e di alcuni amministratori locali promettendo assunzioni.
«Passa l’emendamento»
Entrare nel progetto “Tempa Rossa” per Gemelli – titolare della società “Its Srl” e “Ponterosso Engeneering” – è di vitale importanza. La sua compagna lo sa bene, ma nonostante il suo interessamento, l’emendamento al decreto “Sblocca Italia” che può fornire il via libera, viene bocciato il 17 ottobre 2014. Lei comunque non si arrende. E il 5 novembre, in una telefonata intercettata, lo rassicura: «Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se è d’accordo anche Mariaelena (il ministro Boschi, specificano gli investigatori) quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte». Lui si informa se riguarda i suoi amici della Total: «Quindi anche coso, vabbè i clienti di Broggi». Lei conferma: «Eh certo, capito? Te l’ho detto per quello».
«Boschi ha accettato»
Gemelli a questo punto informa i suoi interlocutori, i dirigenti della Total che devono concedergli i subappalti, e all’ingegner Cobianchi dice: «La chiamo per darle una buona notizia… si ricorda che tempo fa c’è stato casino, che avevano ritirato un emendamento… pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato, pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni… che pare… siano d’accordo tutti…perché la Boschi ha accettato di inserirlo… è tutto sbloccato! (ride ndr)…volevo che lo sapesse in anticipo! mi hanno chiamato adesso… e quindi siamo a posto!». Cobianchi mostra soddisfazione: «Mi sta parlando di Taranto? Vabbè intanto la ringrazio dell’anticipazione, speriamo vada a finire così». Anche nei giorni successivi Gemelli «dimostra una conoscenza approfondita delle dinamiche che regolavano le decisioni che avrebbero dovuto essere assunte in seno al Parlamento perché afferma: “Ci stanno provando, ci stanno provando, mi creda, c’è da leggere, ci sarà da leggere lo Sblocca Italia che dovrebbe andare oggi alle sei. Hanno messo la fiducia e quindi speriamo che esce fuori, perché ci sono le correzioni fino all’ultimo secondo. Non si sta capendo niente, mi creda, non si sta capendo nulla”».
Riunione dal ministro
Le trattative politiche e imprenditoriali sono evidentemente serrate. Il 19 novembre Cobianchi informa un amico di quanto è accaduto. Annotano gli investigatori: «Fa cenno ad una riunione presso il Ministero per lo Sviluppo Economico (rilevano i chiari riferimenti, alla presenza oltre che del Ministro, anche del sottosegretario Simona Vicari). Nel corso della conversazione, Cobianchi rappresentava che Nathalie (Nathalie Limet, amministratore delegato Total ndr) aveva rappresentato al Ministro il problema su Taranto, e che quest’ultimo aveva riferito che avrebbe convocato le Regioni Basilicata e Puglia per risolvere il problema. Il 26 novembre successivo, commentavano ancora i due, si sarebbero tenute due distinte riunioni, prima con Eni e poi con Total. Cobianchi affermava che il Ministro avrebbe detto che li avrebbe messi ad un tavolo e li avrebbe “stanati”. A tal proposito Cobianchi aggiungeva che Pittella era favorevole alle estrazioni».
La Basilicata
Il riferimento è al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella . Del suo ruolo Gemelli parla in una conversazione con Cobianchi. È scritto nell’ordinanza: «Gemelli si soffermava sul ruolo politico assunto da Pittella, e sui contatti “forti” che il fratello di questi, europarlamentare (Gianni ndr), aveva con l’attuale Premier Renzi. E affermava: “ma lui tramite il fratello che è al Parlamento europeo, eccetera, ha dei contatti fortissimi con Renzi e quindi riesce a bloccare cose che …(ride ndr)… che altri non ci arriverebbero, ma comunque…! Speriamo che comunque funzioni questo Sblocca Italia, si sblocca un pochettino tutto, perché guarda che… gli ultimi investimenti che ci sono in Italia sono i vostri, cioè è inutile che stanno andando a guardare a destra e a sinistra… cioè, gli unici investimenti sono quelli sul petrolio e ce li avete voi… poi se vogliamo far fallire il nostro Paese, andiamo avanti così…”.
Un cenno ai due fratelli
Pittella, Gemelli lo avrebbe fatto a distanza di tempo anche insieme alla propria compagna, il Ministro Guidi Federica, allorché i due avevano appreso da terze fonti la notizia delle indagini in corso da parte della Procura che potevano in qualche modo interessare pure Gemelli proprio in relazione ai lavori da costui ottenuti in Basilicata)».
Fiorenza Sarzanini
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