Raccolta firme contro il Jobs act la Cgil affianca la sinistra al voto
TORINO La contemporaneità con le elezioni amministrative è casuale, dettata dai termini di legge, probabilmente non voluta. Ma c’è. E dal 9 aprile le piazze italiane si riempiranno dei gazebo della Cgil per la raccolta firme a sostegno dei tre referendum per modificare il Jobs act. Questa mattina invece Maurizio Landini sarà a Torino ad un’assemblea di delegati della Fiom con la presenza di Giorgio Airaudo, candidato a sinistra di Fassino per la carica di sindaco della città. Due strade diverse per rapprentare l’insoddisfazione di una parte degli elettori di sinistra verso il governo.
I referendum della Cgil propongono di modificare il Jobs act e altre leggi sul lavoro su tre punti: disciplina dei voucher, norme sugli appalti e, soprattutto, norme sui licenziamenti, le stesse che hanno abolito l’articolo 18. Nella conferenza stampa di ieri i vertici di Corso d’Italia hanno smorzato i toni: «Il cuore della nostra iniziativa è la nuova proposta di legge sui diritti dei lavoratori. I referendum sono a supporto di quella legge». E’ però un fatto che mentre si raccoglieranno le firme per modificare una delle leggi simbolo del governo Renzi, nelle stesse piazze renziani e formazioni della sinistra- sinistra si sfideranno per i sindaci. Succederà certamente in tre città: Torino, Napoli e Roma. Creando situazioni forse imbarazzanti. «Non vogliamo imbarazzare nessuno – rispondono in Corso d’Italia – ma certo chiederemo ai politici che si candidano nelle città qual è il loro punto di vista sulla nostra proposta di legge». Se anche non si muove come un partito, la Cgil si candida a far nascere una sorta di “lobby del lavoro” che faccia da contrappeso all’entusiasmo con cui gli imprenditori hanno accolto molti provvedimenti dell’esecutivo.
I primi segnali già si vedono. Stamattina, appunto, Landini è a un’assemblea della Fiom. Al termine dei lavori la proiezione di un film-documentario sulle lotte a Mirafiori e una tavola rotonda con Luciana Castellina, Antonio Pizzinato e Giorgio Airaudo. Landini farà un endorsement per Airaudo che si candida da sinistra contro il pd Fassino? Forse troverà un giro di parole, ma quasi certamente farà un discorso di apprezzamento per colui che fino a pochi anni fa era il suo braccio destro nell’organizzazione dei metalmeccanici.
A Torino i sondaggi dicono che non è improbabile un ballottaggio tra Fassino e l’esponente dei 5Stelle, Chiara Appendino. Airaudo oscilla, a seconda delle rilevazioni, tra il 5 e il 10 per cento. Se ottenesse tra l’8 e il 10 per cento l’esperimento torinese potrebbe considerarsi riuscito e potrebbe diventare il precedente su cui far nascere quel “partito del lavoro” che da tempo è negli scenari di una parte della Fiom e, forse, dello stesso Landini.
Il “partito del lavoro” e la “lobby del lavoro” rappresentano due prospettive diverse. Il primo prevede la discesa in campo diretta nella battaglia politica. La lobby invece potrebbe diventare una delle linee di azione della Cgil e sembra assomigliare di più a uno strumento di pressione. Che segnala comunque la crisi di rapporto verso il governo anche da parte dell’area riformista del maggior sindacato italiano.
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