Sui binari senza tempo per riscoprire il turismo slow
Il futuro del turismo sostenibile viaggia trainato da una locomotiva a vapore. E dai finestrini delle storiche carrozze Centoporte i passeggeri si perdono nel paesaggio toscano delle Crete senesi o nelle cime innevate della Transiberiana d’Italia, in Abruzzo. Linee non più utilizzate, binari senza tempo però riaperti, e rinvigoriti, dall’exploit del turismo ferroviario sui treni storici che nel 2015 ha stabilito un record: 45mila presenze in un anno, +60% rispetto al 2014 nei 166 eventi organizzati dalla Fondazione Ferrovie dello Stato (che gestisce il patrimonio storico del Gruppo Fs) e dalle associazioni di volontari e appassionati convenzionate. Sulle rotaie da fiaba delle province italiane si viaggia ormai da anni ma è dal 2013, con la nascita della Fondazione, che il business sta allargando il suo bacino: «Non sposterà molti punti di Pil — dice il presidente Luigi Cantamessa — ma è un volano economico non banale». E di grande richiamo non più solo per nostalgici e turisti stranieri ma ora anche per famiglie e coppie, amanti delle bici e della natura, persone in fuga, per un giorno, dalla città. Anche da soli: «Nel treno storico Asciano-Monte Antico — racconta Cantamessa — abbiamo dedicato mezza carrozza a chi cerca silenzio e tranquillità». Qui il Treno Natura corre lento da vent’anni. A 50 chilometri orari tra le terre del Brunello è quasi obbligatorio sporgersi per vedere meglio il panorama, cosa non possibile quando si viaggia con l’alta velocità. Tornare a viaggiare con il finestrino aperto: da qui riparte il turismo slow dei prossimi anni.
Dal 2014 la Fondazione Fs ha così rimesso a nuovo sei linee ferroviarie. C’è la Ferrovia della Val d’Orcia in Toscana e quella del Lago d’Iseo in Lombardia. In Sicilia invece si viaggia nella Magna Grecia patrimonio Unesco sulla Ferrovia dei Templi che da Agrigento Bassa conduce a Porto Empedocle. Nel 2015 è stata poi riaperta la linea della Valsesia, da Vignale a Varallo Sesia ai piedi del Monte Rosa mentre nel 2016, con il contributo della Regione Piemonte, sarà ripristinata a scopi turistici la Ferrovia del Tanaro. «Linee storiche che ricamano il territorio — spiega Cantamessa — non lo attraversano, vanno a cercare il borgo dalla sponda del fiume e non devastano mai». Così viaggiare lenti sulla Transiberiana d’Italia da Sulmona a Castel di Sangro passando per Roccaraso e i boschi del Parco della Majella è come immergersi in un dipinto fatto di vecchi paesini e paesaggi incontaminati. «In un anno di servizio turistico ha avuto gli stessi numeri di viaggiatori raggiunti in 5 anni di trasporto pubblico locale», rivela Cantamessa.
Il turismo su rotaia (marzo è un mese ricco di eventi per la IX giornata nazionale delle ferrovie non dimenticate organizzata da Co.mo.do.) viaggia anche sulle linee ancora attive, nei giorni di minore richiesta pendolare. Dal treno domenicale che attraversa le Cinque Terre alle gite sulla Faentina in Toscana fino ai tour in Valsugana, in Veneto. Un futuro su cui sta puntando anche il nuovo presidente Fs Renato Mazzoncini e il ministro Dario Franceschini con l’ingresso del Mibact all’interno della Fondazione. E che però ha bisogno di investimenti costanti, soprattutto attraverso progetti europei: «Tra gli obiettivi c’è una maggiore sinergia con alta velocità e Intercity — spiega Cantamessa — e l’integrazione con tutte le altre modalità di trasporto». Il business ha conquistato anche i piccoli paesi spesso dimenticati che, per l’occasione, si rimettono in mostra organizzando eventi, escursioni e degustazioni. «Bisogna però cercare di aumentare l’offerta — dice Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino, in Toscana — e risistemare, dove serve, anche le stazioni chiuse”.
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