Dal testamento biologico allo ius soli, ecco le leggi a rischio
L’elenco è lungo. Si va dalla riforma della cittadinanza al testamento biologico, dalla depenalizzazione dell’eutanasia alle adozioni fino all’abolizione del reato di clandestinità. Tutti disegni di legge — più un decreto — su temi particolarmente delicati che alla Camera o al Senato hanno già avviato il loro iter nelle commissioni e che adesso rischiano di fare la stessa fine delle unioni civili: affossati dall’ostruzionismo dell’opposizione, impantanati da valanghe di emendamenti se non addirittura stravolti, completamente snaturati rispetto al testo originale dopo aver diviso i partiti. Pd compreso, anzi Pd in testa a tutti gli altri visto che su alcuni temi — come testamento biologico — nel partito del premier già si è cominciato a discutere animatamente. E proprio come è accaduto al ddl Cirinnà, i diritti delle persone rischiano di essere messi in secondo piano dal premier, più preoccupato di soddisfare le pretese dell’alleato Ncd. Vediamo, dunque, quali sono i provvedimenti che rappresentano altrettante mine per Matteo Renzi.
Il prossimo disegno di legge a finire del mirino non appena la partita sulle unioni civili si sarà conclusa, è la riforma della cittadinanza che permetterà finalmente ai bambini figli di immigrati di diventare cittadini italiani. Il testo è stato approvato dalla Camera il 13 ottobre 2015 (contrari Lega, FdI e Fi mente il M5S si astenne) e ora si trova all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato dove ha superato le pregiudiziali di costituzionalità e dove la prossima settimana cominceranno le audizioni. Le nuove norme mandano in soffitta il vecchio ius sanguinis per sostituirlo con uno ius soli temperato. Potrà quindi diventare cittadino italiano chi è nato in Italia da genitori stranieri non comunitari dei quali almeno uno è in possesso del permesso di soggiorno da almeno 5 anni. Ma anche quei bambini entrati in Italia con meno di 12 anni che abbiano frequentato – superandolo con successo — per almeno cinque anni uno o più cicli di studio. Inutile dire che Lega, Fi e FdI hanno già annunciato battaglia, con il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli che ha promesso di inondare il testo di emendamenti. Fino a oggi il Ncd è rimasto piuttosto in silenzio, ma in commissione si sa che, nonostante il voto alla Camera, anche su questo tema la maggioranza è tutt’altro che compatta.
In commissione Affari sociali della Camera si lavora invece sul “Consenso informato o dichiarazione anticipata di trattamento” medico, vale a dire sultestamento biologico. Dieci i disegni di legge già presentati (5 solo dal Pd) dai quali adesso si proverà ad arrivare alla stesura di un testo unico sul quale lavorare. Dalla prossima settimana cominceranno le audizioni di esperti che impegneranno i deputati almeno per un mese visto che richieste presentate finora sono più di 40. I tempi verranno decisi dal prossimo ufficio di presidenza, ma la delicatezza del tema ha già diviso il Pd tra quanti sostengono di dover rispettare la volontà espressa in precedenza dal paziente e chi invece ritiene che l’ultima parola debba essere il medico a dover esprimere l’ultima parola, lasciando così aperta la strada a un possibile accanimento terapeutico. Tra i centristi prevale invece la volontà di affrontare solo i casi vegetativi e resta ferma il no alla sospensione della nutrizione del paziente.
Nelle commissioni Giustizia e Affari sociali riunite si affronta invece un altro tema delicato come l’eutanasia partendo da una proposta di legge presentata da Sel (prima firmataria Marisa Nicchi). Il testo prevede la non punibilità per i medici che aiutano un paziente a morire purché procedano rispettando le condizioni previste dalla legge.
Altro tema caldo è quello delle adozioni. Dopo lo stralcio della stepchild adoption dal ddl Cirinnà sono state promesse nuove norme che prevedono la possibilità per le coppie omosessuali di adottare il figlio del partner. L’annuncio ha tanto il sapore di mossa elettorale, ed è comunque davvero difficile che possa vedere la luce con questo parlamento.
C’è infine, il reato di clandestinità. A gennaio il governo era pronto ad abolirlo con un decreto, rispettando così quanto deciso due anni fa dal parlamento e sulla base anche del giudizio espresso da chi, come il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, ne ha criticato non solo l’inutilità ma anche la dannosità. Il ministro degli Interni Alfano però si è opposto e Renzi ha giustificato la mancata cancellazione come conseguenza di una valutazione politica, cedendo così di fatto ancora una volta alle pressioni dell’alleato.
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