Furbetti del cartellino sindacati in trincea sui nuovi licenziamenti
ROMA. La linea delle 48 ore non piace ai sindacati e spariglia le alleanze. Contro il decreto legge sul licenziamento entro due giorni degli statali che timbrano il cartellino e scappano via, la Cgil di Susanna Camusso è d’accordo con Renato Brunetta di Forza Italia. E Stefano Fassina, fuoriuscito dal Pd di Renzi, questa volta si trova sulle stesse posizioni del premier.
In realtà tutti i sindacati bocciano la nuova norma che consentirà la sospensione in 48 ore, senza stipendio, del dipendente sorpreso «in flagranza» a commettere violazioni gravi. «Le regole per licenziare i cosiddetti fannulloni sono già – ha commentato Susanna Camusso, segretario generale della Cgil – mi piacerebbe che il governo dicesse perché non funzionano ». «Sennò – ha aggiunto – si chiama propaganda». Il rischio, precisa «è quello di inventare una campagna che fa sembrare i tre milioni di lavoratori del pubblico impiego tutti nullafacenti, truffatori dello Stato: così si fa del male». E di regole che ci sono già, parla anche Renato Brunetta, specificando che si tratta di quelle da lui varate quando era ministro della Funzione Pubblica. «L’impianto normativo costruito dalla legge vigente prevede in maniera compiuta tutte le fattispecie per combattere l’assenteismo. Le previsioni di riforma di cui si dibatte in questi giorni nulla innovano. Anzi, il tema del licenziamento in 48 ore rischia di rivelarsi incostituzionale perché più volte la Corte ha escluso la legittimità del licenziamento automatico ». Un asse, quello del «no», sul quale si innescano anche Cisl e Uil. «È un fatto di buon senso che la politica si occupi dei casi di assenteismo nel pubblico impiego. Siamo d’accordo anche sui licenziamenti, lo avevamo detto già per i fatti di Sanremo premette Maurizio Bernava,- segretario confederale Cisl – Ma francamente non so cosa possa cambiare il governo su questo fronte, dal momento che una legge a tale riguardo già c’è.
Si rischiano solo contenziosi arrivando alla Cassazione che potrebbe anche cancellare tutto ». E la linea non cambia per la Uil «Dato che le norme ci sono – dice il segretario generale Antonio Foccillo – si potrebbe chiedere conto a chi non le ha applicate fino a oggi. I mass media disquisiscono sulla questione e riportano le dichiarazioni del governo, ma entrambi continuano a tacere sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego, bloccati da più di sei anni».
Un pieno appoggio alle nuove regole arriva invece da Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti. «Gli assenteisti non sono furbi, ma solo delinquenti. Fa bene il governo ad intervenire. Nella mia carriera sono riuscito a licenziare tre assenteisti e da uno sono stato anche querelato».
E in sintonia con il governo è pure Stefano Fassina, candidato sindacato di Roma per Sinistra italiana. «Furbetti del cartellino? Sono d’accordo con Renzi sulla sanzione – ha detto – quegli impiegati pubblici che sono coscientemente scorretti vanno licenziati, perché frodano lo Stato e i loro colleghi che fanno bene il proprio lavoro, che sono la stragrande maggioranza. Sulle 48 ore, bisogna capire se è un tempo sufficiente per accertare i comportamenti scorretti».
Considerato il fatto che le nuove regole si applicheranno in caso di prova schiaccianti e inequivocabili, la stretta sui tempi voluta dal governo prevede che – dopo le 48 ore di sospensione «cautelare» senza stipendio – si lasci al lavoratore solo 5 giorni per difendersi. Al momento il termine per contestarle l’illecito nel pubblico impiego è di 20 giorni e il lavoratore ne ha a disposizione altri 20 per difendersi.
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