Migranti, confini chiusi da Svezia e Danimarca Merkel: è crisi Schengen

Migranti, confini chiusi da Svezia e Danimarca Merkel: è crisi Schengen

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  STOCCOLMA. Unisce la Svezia all’Europa centrale, era simbolo del continente unito e senza frontiere; adesso sta diventando emblema dell’Europa dei controlli e della tentazione di nuovi Muri. Il ponte di Oresund, che scavalca il Baltico tra Copenhagen e Malmoe, è il Luogo del nuovo dramma: da ieri mattina la Svezia, ansiosa di arginare la marea umana di migranti, ha instaurato controlli dei documenti al confine terrestre danese, i primi in assoluto dal lontano 1954. La Danimarca ha risposto avviando in corsa una reazione a catena, di cui non si vede la fine: controlli al confine tedesco, senza preavvisare la Germania. Allarme del governo federale di Berlino: «Sono sviluppi allarmanti, Schengen rischia di morire, soltanto una soluzione europea del problema migranti può funzionare, non iniziative nazionali», fa dire Angela Merkel al suo portavoce Seibert.
Il controllo dei documenti era stato preannunciato oltre un mese fa dal governo “rossoverde” di Stoccolma guidato dal premier socialdemocratico Stefan Loefven. È scattato ieri mattina, come previsto: centinaia di agenti svedesi hanno controllato gli ingressi, e non è tutto: ferrovie e aziende di ferry boat dei due paesi sono tenute a fare lo stesso, per cui i controlli d’identità cominciano in ogni porto danese, e nella stazione ferroviaria sottostante l’aeroporto di Copenhagen-Kastrup, il maggiore hub del Grande Nord. Ore di attesa, disagi pesanti anche per le migliaia di pendolari, tra Svezia e Danimarca e tra Danimarca e Germania. Tempo minimo di viaggio, un’ora in più. Chi non ha documenti validi viene respinto. Sommersa dai migranti, la Svezia che a differenza del resto della Scandinavia mantiene un diritto d’asilo liberal, reagisce. «Scelta pericolosa», criticano le ong per i diritti umani: si rischia un pericoloso esodo via mare, tra i ghiacci e il gelo del Nord. E la Danimarca di destra reagisce blindandosi: : «Siamo costretti», dice il premier Rasmussen. È una situazione sempre più esplosiva quella che cadrà, tra l’altro sulle spalle del nuovo direttore dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani, l’italiano Filippo Grandi, in carica da ieri.
E sullo strappo scandinavo, polemiche anche in Italia: le destre accusano il governo Renzi di «essere l’unico in Europa a non far nulla». A Milano Salvini parla di «razzismo vergognoso contro gli italiani in difficoltà» per contestare la decisione del Comune di concedere un bonus di 400 euro assegnabile per bando alle famiglie che ospiteranno profughi. Una possibilità, spiega il Comune di Milano, «offerta dal ministero dell’Interno nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Karim e Shahad El Kunani, i fratelli arrestati il 31 dicembre a Genova mentre cercavano di imbarcarsi su un volo per Londra con falsi documenti belgi, per la procura di Genova non sono due migranti.
Anzi, ci sono fondati sospetti che possano operare «in uno scenario terroristico internazionale». Tanto che devono restare in carcere.


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