Nuovi italiani, sì della Camera allo « ius soli »

Nuovi italiani, sì della Camera allo « ius soli »

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ROMA Per alcuni è un «cambiamento storico», per altri solo «un primo passo», per altri ancora una «svendita dell’identità nazionale». C’è chi esulta e regala un cicciobello nero a Salvini (il primo firmatario della prima proposta di legge, il socialista Marco Di Lello), e chi annuncia una raccolta di firme per un referendum abrogativo (Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia). Sta di fatto che ieri l’Aula di Montecitorio ha approvato il ddl sul cosiddetto « ius soli temperato », che introduce anche una fattispecie particolare, lo « ius culturae ».
Se il Senato approverà il testo così com’è stato licenziato dalla Camera, potrà diventare cittadino italiano chi è nato in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno deve avere un permesso di soggiorno di lungo periodo. A farne richiesta, con una dichiarazione di volontà al Comune di residenza, dovrà essere uno dei genitori, entro la maggiore età del figlio, oppure il ragazzo stesso, non oltre due anni dopo aver compiuto i 18. Anche i figli di cittadini europei potranno usufruire della norma (nel primo testo non erano inclusi). I «grandi esclusi» sono invece gli adulti, come ammette la stessa relatrice del ddl Marilena Fabbri del Pd, che però aggiunge: «Quando si vedrà che la riforma non ha effetti devastanti saremo pronti a fare altri passi».
La grande novità è quella dello « ius culturae »: un minore nato o arrivato in Italia, entro i 12 anni può ottenere la cittadinanza se ha frequentato per almeno cinque anni un ciclo di studi. Se si tratta della scuola elementare deve conseguire la licenza. Le nuove norme si applicano anche ai 127 mila stranieri ad oggi in possesso dei requisiti ma che non abbiano superato i 20 anni quando la norma sarà legge.
«La Camera ha abbattuto un muro — ha commentato la presidente Laura Boldrini —. Montecitorio fa cadere la barriera che per troppo tempo ha tenuto separati tanti giovani nuovi italiani dai loro compagni di scuola».
Grande soddisfazione la esprime il ministro della Giustizia Andrea Orlando («Il nostro Paese compie un importante passo in avanti verso il futuro»), una soddisfazione «moderata», invece, arriva dalla Caritas («giudizio positivo ma si poteva fare di più»). Il segretario Uil, Guglielmo Loy, ha parlato di «cambiamento storico», il leader della Cisl Annamaria Furlan sottolinea la «conquista di civiltà», per la Cgil si è almeno fatto «un primo passo in avanti».
Il fronte opposto attacca duramente. «Pd, Sel, Ncd e M5S hanno svenduto il Paese» (Massimiliano Fedriga, Lega Nord). «Una sanatoria truffaldina» (Fabio Rampelli, Fdi). «La sinistra di Renzi, con Ncd tappetino, svende cittadinanza e identità italiana» (Renato Brunetta, Forza Italia).
Mariolina Iossa


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