Al-Nusra si ritira da Aleppo: «Non combattiamo l’Isis»

Al-Nusra si ritira da Aleppo: «Non combattiamo l’Isis»

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Dopo la Divi­sione 30, unità uffi­ciosa dell’Esercito Libero Siriano adde­strata dagli Stati uniti in Tur­chia, ora anche il Fronte al-Nusra annun­cia che a nord non com­bat­terà l’avanzata dello Stato Isla­mico. Se i primi – nono­stante fos­sero stati aggre­diti dai qae­di­sti di al-Nusra – ave­vano man­dato a dire alla coa­li­zione che il loro obiet­tivo è al-Assad e non gli isla­mi­sti, gli altri hanno giu­sti­fi­cato il ritiro con il disac­cordo sulla zona cusci­netto che la Tur­chia intende creare in Siria.

L’annuncio è giunto ieri: «Noi, Fronte al-Nusra, cre­diamo non sia accet­ta­bile per la Sha­ria [la legge isla­mica, ndr] entrare in que­sta coa­li­zione né coor­di­nar­visi». Da qui la deci­sione di riti­rare i pro­pri uomini dalla parte set­ten­trio­nale della pro­vin­cia di Aleppo, quella desti­nata a tra­sfor­marsi – nei piani di Ankara – in una safe zone dove adde­strare i ribelli mode­rati e tra­sfe­rire i rifu­giati siriani e da usare come stru­mento di divi­sione dei can­toni kurdi della regione di Rojava.

Chi finora ha goduto dell’indiretto soste­gno della Tur­chia, ora si ribella al pre­si­dente Erdo­gan: al-Nusra ha spe­ci­fi­cato che con­ti­nuerà ad opporsi all’Isis in altre zone della Siria, Hama e Qala­moun, ma non ad Aleppo. Dove le vit­to­rie archi­viate sono con­crete, dopo la crea­zione – su spinta pro­prio di al-Nusra – della fede­ra­zione di gruppi isla­mi­sti “Eser­cito della Conquista”.

Il gran rifiuto di al-Nusra – che ha già richia­mato i pro­pri mili­ziani dalla base di Azez e da alcuni vil­laggi – è uffi­cial­mente det­tata dall’intenzione di non col­la­bo­rare con il fronte turco-statunitense. Ma potrebbe avere l’effetto con­tra­rio: faci­li­tare l’eventuale dispie­ga­mento di forze tur­che sul ter­reno e il soste­gno della coa­li­zione alle oppo­si­zioni mode­rate. Oppo­si­zioni che hanno dimo­strato l’incapacità di fre­nare l’avanzata del calif­fato: senza al-Nusra (che con l’Isis aveva siglato un patto di non aggres­sione, poi rotto) il calif­fato potrebbe gua­da­gnare ulte­riore spa­zio di manovra.

Lo si vede già nei rap­porti di forza sul ter­reno: pro­prio nel nord della Siria è in corso una faida interna alle oppo­si­zioni isla­mi­ste e lai­che per il con­trollo di una serie di vil­laggi stra­te­gici per­ché via di pas­sag­gio dei rin­forzi mili­tari dalla Tur­chia. Sabato l’Isis ha fatto sal­tare in aria due kami­kaze con­tro le comu­nità nella piana di Sahl al-Ghab, nell’obiettivo di tagliare le vie di rifor­ni­mento tra Aleppo e Azez ai ribelli.


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