L’accordo sulla Grecia, punto per punto
I termini del nuovo accordo trovato stamattina tra la Grecia e i creditori internazionali sono stati pubblicati in un PDF di 7 pagine. Nel documento si cita più volte la necessità di una consultazione e di un monitoraggio da parte delle istituzioni internazionali sul governo di Atene e sulle sue decisioni per quanto riguarda le condizioni poste dai creditori internazionali per concedere un nuovo prestito.
Il testo è ancora piuttosto generico: le singole e molte richieste sono elencate per punti e senza molti altri dettagli, e saranno approfondite più avanti. Inoltre, molti di questi punti facevano già parte della proposta presentata la settimana scorsa da Alexis Tsipras: rispetto a quella bozza, cambiano innanzitutto la tempistica molto serrata prevista per l’attuazione delle riforme e la creazione di un fondo di garanzia: ma ci arriviamo. È ancora troppo presto per capire se il governo greco “ha vinto” o “ha perso”, senza contare che la discussione è in generale impropria: un po’ perché il prestito permette comunque alla Grecia di evitare sia la bancarotta che l’uscita dall’euro, come aveva promesso Tsipras, e un po’ perché l’accordo dovrà essere ratificato sia dal Parlamento greco che da quello di altri paesi europei, e potrebbero ancora esserci sorprese e novità.
Tre parti
Il documento è diviso in tre parti. Nella prima si precisa innanzitutto che per ottenere un nuovo prestito da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) è necessario che il governo del primo ministro Alexis Tsipras dia seguito immediato a una serie di impegni politici. In un calendario che comprende due scadenze vengono indicate le misure urgenti che dovranno essere approvate dal Parlamento di Atene. Solo dopo l’attuazione di questi primi punti, l’Eurogruppo deciderà di dare mandato alla Commissione europea, alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario Internazionale di negoziare il memorandum definitivo.
Entro il 15 luglio la Grecia dovrà:
– provvedere a modificare l’IVA e ampliare le imposte per aumentare i ricavi;
– modificare il sistema delle pensioni con alcune misure anticipate in vista di una riforma organica;
– garantire la piena indipendenza dell’ELSTAT, l’Ufficio di statistica nazionale greco, più volte in passato oggetto di condizionamenti politici;
– rispettare il trattato sul cosiddetto “fiscal compact” e creare un consiglio di bilancio indipendente in modo che scattino tagli automatici di spesa quando si verifichino deviazioni dagli obiettivi di avanzo primario (cioè il bilancio al netto della spesa per gli interessi sul debito);
– approvare entro mercoledì 22 luglio la riforma del Codice di procedura civile, per ridurre i costi della giustizia e accelerare i processi e l’adozione delle nuove regole europee sulla gestione delle crisi bancaria.
Le altre riforme
Nella seconda parte del documento sono indicate una serie di misure a medio termine per migliorare la situazione economica e fiscale del paese, visto «il deterioramento delle condizioni economiche degli ultimi anni». Si parla di nuovo della riforma delle pensioni e di riforme più ambiziose nel campo del commercio (si citano per esempio i settori della proprietà delle farmacie e di settori come il trasporto via mare, da liberalizzare). Per quanto riguarda il mercato dell’energia, si parla di privatizzazione dell’azienda di distribuzione dell’energia elettrica Admie o di misure alternative che garantiscano la concorrenza. E si parla infine della necessità di modernizzare il mercato del lavoro per metterlo in linea con quelli del resto dell’eurozona.
La supervisione sulle riforme
Nella terza parte si precisano le modalità di attuazione dell’accordo, indicando chiaramente che il governo greco «deve consultarsi e concordare con le istituzioni tutte le bozze di legge» sui temi che riguardano le richieste dei creditori internazionali. Nell’ultima parte c’è anche un paragrafo dedicato allo sviluppo di un programma più concreto e consistente di privatizzazioni attraverso la creazione di un fondo il cui primo obiettivo sarà fare da garanzia per i creditori in vista del nuovo piano di aiuti (d’altra parte in questi colloqui si è discusso allo stesso tempo delle possibilità di dare un nuovo prestito alla Grecia e di ristrutturare il suo debito, cioè di abbuonarle parte dei debiti precedenti, pur di non farla andare in bancarotta). Alla fine si è concordato di lasciare la gestione del fondo al governo greco e di non portarla in Lussemburgo, come avrebbe voluto la Germania. In questo passaggio si dice:
«Le autorità greche dovranno sviluppare un programma significativo e più consistente di privatizzazioni; gli asset greci di maggior valore saranno trasferiti in un fondo indipendente che li monetizzerà attraverso la loro privatizzazione o altre soluzioni. La monetizzazione degli asset sarà una delle risorse per effettuare i pagamenti delle rate del nuovo prestito del MES e produrre, nel periodo intero del prestito, risorse per un totale di 50 miliardi di euro. Metà di quelle risorse saranno utilizzate per finanziare la ricapitalizzazione delle banche; il denaro che avanzerà da questo 50 per cento sarà usato per ridurre il livello del debito rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL). I rimanenti 25 miliardi di euro saranno usati per nuovi investimenti. Il fondo sarà mantenuto in Grecia e sarà gestito dalle autorità greche sotto la supervisione delle autorità europee».
In conclusione si spiega che le riforme elencate sono anche i requisiti minimi per proseguire i negoziati, e che l’intero pacchetto ha un valore di 82-86 miliardi di euro. Dopo l’attuazione della sua prima parte sarà dato un mandato alle istituzioni internazionali (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale e Commissione europea) di negoziare il vero e proprio memorandum (e a quel punto saranno noti probabilmente anche i contenuti completi delle misure che la Grecia dovrà applicare).
Nel frattempo, l’Eurogruppo dovrà discutere di un prestito-ponte: nel documento si dice che le necessità finanziarie della Grecia sono di 7 miliardi entro il 20 luglio e di altri 5 miliardi entro metà agosto. Si cita solo di passaggio la ristrutturazione del debito greco (che attualmente pesa per circa il 180 per cento del Prodotto Interno Lordo). Si dice che non si possono intraprendere «tagli del valore nominale» del debito, ma Merkel e altri leader europei hanno spiegato che sarà possibile discutere di un suo alleggerimento, con un allungamento delle scadenze e un taglio per quanto riguarda l’ammontare degli interessi.
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