Egitto, attentato al Con­so­lato italiano

Egitto, attentato al Con­so­lato italiano

Loading

L’edificio rosso pom­peiano che si trova all’incrocio tra via Galaa e via Ram­sis nel cen­tro antico del Cairo è stato sven­trato ieri da un’esplosione che si è udita nei quar­tieri vicini. L’attentato, in cui sareb­bero stati usati 450 chili di esplo­sivo, è stato riven­di­cato dal sedi­cente Stato isla­mico in Egitto, insieme a Ansar Beit al-Meqdisi, gruppo affi­liato al ter­ro­ri­smo inter­na­zio­nale di Daesh.

La bomba, fatta deto­nare a distanza, alle sei di mat­tina, e col­lo­cata in un’autovettura, ha cau­sato un morto e dieci feriti. Tutti que­sti ele­menti col­lo­cano l’attentato nella scia di ten­sione a bassa inten­sità che dila­nia l’Egitto ormai da due anni, dopo il golpe mili­tare del 3 luglio 2013.

Il ven­di­tore ambu­lante Shaa­ban Abdel-Al è morto, men­tre l’avvocato Abdel Moh­sen e i suoi quat­tro figli sono rima­sti feriti e sono stati con­dotti nei vicini ospe­dali Helal e della sta­zione. Sono in corso le inda­gini degli inqui­renti che stanno visio­nando le imma­gini delle tele­ca­mere che hanno ripreso l’attacco per una rico­stru­zione degli eventi.

Dopo l’esplosione due gior­na­li­sti free­lance David Degner e Ales­san­dro Accorsi, arri­vati sul posto, sono stati bre­ve­mente dete­nuti e poi rila­sciati dalla poli­zia. Que­sta stessa via e il ponte soprae­le­vato di 6 Otto­bre che la sovra­sta erano già stati tea­tro di scon­tri tra mani­fe­stanti e poli­zia a poche ore dalle prime pro­te­ste anti-regime che sono scop­piate in piazza Tah­rir nel gen­naio 2011.

L’edificio ospita il Con­so­lato ita­liano, la scuola ita­liana Leo­nardo da Vinci e l’Istituto Dante Ali­ghieri. È un punto di rife­ri­mento per la comu­nità ita­liana al Cairo (nel cor­tile ha sede anche un club di risto­ra­zione ita­liano) ma non viene per­ce­pito dagli egi­ziani come una sede diplo­ma­tica per­ché per­fet­ta­mente inte­grata nel tes­suto urbano tra le ban­ca­relle e i frut­ti­ven­doli di via Galaa a due passi dalla sede del quo­ti­diano al-Ahram tra le con­ti­nue urla dei con­du­centi di micro-bus che por­tano a Embaba o in altri quar­tieri popolari.

La zona di Bou­laq Abu el Ela è abi­tata da classe medio-povera che si affretta tra le ban­ca­relle di vestiti di seconda mano, molto fre­quen­tata ma altret­tanto deserta alle prime ore dell’alba in un sabato di Ramadan.

Gri­dare subito all’«Italia sotto attacco», come ha fatto il mini­stro degli Esteri Paolo Gen­ti­loni, è estre­ma­mente dan­noso e fuor­viante. Se i ter­ro­ri­sti, con­ni­venti con i ser­vizi segreti mili­tari e civili deviati, aves­sero voluto dav­vero col­pire gli inte­ressi ita­liani in Egitto avreb­bero avuto ben altri luo­ghi su cui puntare.

Eppure i turi­sti ita­liani pre­senti nel paese sono stati messi in allerta ed è stato chie­sto loro di non uscire dai resort se non stret­ta­mente necessario.

Tutta la ricca e varia comu­nità ita­liana in Egitto, che abbiamo spesso rac­con­tato in que­ste pagine, si sente così suo mal­grado nell’occhio del ciclone. Certo non sono da mini­miz­zare i danni cau­sati alla sede con­so­lare ita­liana, come con­ferma la pre­side della Leo­nardo da Vinci, Emira Pizzuto.

«La porta della scuola e nume­rose fine­stre sono sal­tate, i vetri sono andati in fran­tu­mati, alcuni con­tro­sof­fitti caduti: la scuola non è agi­bile», ha spiegato.

«Dal cor­tile ho visto danni anche alle fine­stre dell’ufficio mili­tare men­tre gli uffici del Con­so­lato sono par­zial­mente crol­lati — ha aggiunto Piz­zuto — Molti danni ci sono anche all’ufficio visti, men­tre nell’ufficio del con­sole ed in quelli di segre­te­ria ci sono danni e calcinacci».

Eppure il 24 gen­naio 2014, a poche ore dal refe­ren­dum costi­tu­zio­nale che ha per­messo l’ascesa al potere del pre­si­dente Abdel Fat­tah al-Sisi (che ieri ha subito incas­sato la soli­da­rietà del pre­mier Mat­teo Renzi), si è svolto un atten­tato, che somi­glia molto a que­sto, alle porte del Museo di Arte isla­mica nel quar­tiere di Abdin. Anche allora sono stati subito accu­sati i Fra­telli musul­mani, come ieri, ma sem­bra tanto assurdo e impos­si­bile che gli isla­mi­sti mode­rati potes­sero avere come obiet­tivo un museo di arte per giunta isla­mica tanto quanto for­zato pen­sare che ter­ro­ri­sti e jiha­di­sti voles­sero ieri col­pire l’Italia. In entrambi i casi si tratta di pic­coli atten­tati di una stra­te­gia più grande che si svol­gono in luo­ghi rela­ti­va­mente sem­plici da rag­giun­gere e colpire.

Il paese sta attra­ver­sando una nuova fase di grave insta­bi­lità dopo l’attentato che ha cau­sato la morte del pro­cu­ra­tore gene­rale del Cairo, Hisham Bara­kat. E aperto la strada a una vera guerra nel Sinai che ha pro­vo­cato più di due­cento vit­time in poche ore.

La legge anti-terrorismo, appro­vata dieci giorni fa, ha poi acce­le­rato i pro­cessi con­tro gli isla­mi­sti che rischiano di essere da un momento all’altro impic­cati se con­dan­nati a morte in via defi­ni­tiva, incluso l’ex pre­si­dente Moha­med Morsi.

In più, decine di ong legate alla Fra­tel­lanza musul­mana sono state chiuse negli ultimi giorni. Ma la repres­sione col­pi­sce anche la sini­stra, l’attivista dei Socia­li­sti rivo­lu­zio­nari, Kha­led al-Sayed, è stato fer­mato e arre­stato all’aeroporto del Cairo.

Sayed ha dura­mente cri­ti­cato la legge anti-proteste che impe­di­sce le con­te­sta­zioni in Egitto. Una ricer­ca­trice fran­cese che docu­men­tava il ruolo del movi­mento 6 aprile nelle rivolte del 2011 è stata arre­stata ed espulsa dal paese. Nella legge anti-terrorismo si fa addi­rit­tura rife­ri­mento all’uso della ter­mi­no­lo­gia appro­priata da parte dei cor­ri­spon­denti esteri affin­ché non rischino la deportazione



Related Articles

Bruxelles non concederà nessuna flessibilità all’Italia

Loading

Europa. Renzi dovrà tagliare 27 miliardi. Il «Fiscal Compact» è dietro l’angolo, un gigante difficilmente aggirabile

Nuova strage di copti in Egitto, bambini tra le 28 vittime

Loading

Egitto. Alla vigilia del mese di Ramadan, uomini armati hanno attaccato un autobus carico di pellegrini cristiani

Un veto da Est contro Mogherini «È troppo amica della Russia»

Loading

Polacchi e baltici provano a stoppare la nomina agli Esteri di Federica Mogherini

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment