Lo schiaffo di Atene

Lo schiaffo di Atene

Loading

Eureka. La pic­cola Gre­cia ha man­te­nuto la pro­messa e il suo lea­der ha vinto la scom­messa dando una splen­dida lezione di demo­cra­zia all’Europa intera. La vit­to­ria non annulla i pro­blemi che la Gre­cia ha di fronte, ma da oggi non è in campo solo il governo di una sini­stra radi­cale, bol­lata come inaf­fi­da­bile. E’ in prima linea un popolo intero, con­sa­pe­vole e deter­mi­nato a far sen­tire la sua voce a tutto il Vec­chio Continente.

La misura straor­di­na­ria dell’esito elet­to­rale — i No supe­rano lar­ga­mente i Sì — con­se­gna all’Europa, alle sue opi­nioni pub­bli­che, ai lea­der poli­tici dei paesi, un mes­sag­gio forte e chiaro: l’austerità ci ha distrutto, vogliamo cam­biare pagina e archi­viare la sua furia devastante.

I poli­tici con­ser­va­tori, in testa a tutti Mer­kel e Junc­ker, che auspi­ca­vano la scon­fes­sione a furor di popolo del lea­der di Syriza, dopo que­sta vit­to­ria cla­mo­rosa dovreb­bero, come di dice, trarne le debite con­se­guenze. Per­ché il voto del popolo greco chiede un’Europa diversa, dun­que con­tro le éli­tes inca­paci, di fronte alla più grave e lunga crisi dal dopo­guerra, di gui­dare il con­ti­nente più ricco del mondo. Diver­sa­mente, a sbat­tere con­tro il muro, come dice la can­cel­liera, non sarà Tsi­pras, ma le lea­der­ship di Bruxelles.

Alle nostre lati­tu­dini vogliamo vedere cosa sarà capace di arzi­go­go­lare il pre­si­dente del con­si­glio, tra i primi e i più duri a spa­rare con­tro la scelta di Tsi­pras («vuole tor­nare alla dracma»), a suo dire anti­eu­ro­pei­sta e col­pe­vole di farsi carico delle sof­fe­renze inflitte al suo paese dalla troika.

Se prima del refe­ren­dum il suo alli­nea­mento die­tro le giac­che colo­rate di Mer­kel era imba­raz­zante, adesso è inde­co­roso soste­nere una posi­zione di subal­ter­nità di fronte agli elet­tori che ancora con­si­de­rano il Pd un par­tito di cen­tro­si­ni­stra. Per­ché se c’è un peso poli­tico spe­ci­fico del risul­tato delle urne, è pro­prio l’immediata richie­sta alle forze di cen­tro­si­ni­stra, e non solo, di costruire un’alternativa all’austerità tede­sca. E cer­ta­mente le forze di sini­stra, in prima fila con­tro il neo­li­be­ri­smo, rice­ve­ranno nuovo vento dal grande No.

Avremo modo nelle pros­sime ore (l’incontro Hollande-Merkel, l’attesa deci­sione di Dra­ghi) di capire se e come ripren­derà la trat­ta­tiva con la Gre­cia. Ma sul voto, sulla sua misura, biso­gna spen­dere ancora una parola a pro­po­sito della gran­cassa media­tica che lo ha accompagnato.

Che i son­daggi ormai siano assai poco atten­di­bili non è dav­vero una notizia.

Ma se quel “testa a testa” che ci ha bom­bar­dato su gior­nali e tv è opera, come abbiamo sco­perto, dell’ufficio mar­ke­ting del cen­tro­de­stra di Sama­ras e com­pa­gni, allora siamo di fronte a un’operazione mani­po­la­to­ria molto pesante. Che le tv pri­vate gre­che siano state mega­foni di Sama­ras è grave ma non sorprendente.

Che le stesse parole d’ordine siano state repli­cate da tanti media (Cor­riere della Sera in testa) ita­liani pur­troppo è una conferma.

Que­sta è la demo­cra­zia e non potete farci niente. Niente.



Related Articles

“Togliamo il rating ai privati servono agenzie imparziali” ecco l’idea dell’Italia per il G20

Loading

CON un governo in bilico, la partita di giorno in giorno si fa più in salita. Ma rinviarla può rivelarsi incauto: dopo il declassamento di luglio da parte di Standard & Poor’s che ha portato i titoli del Tesoro a due soli passi dal livello «spazzatura », l’Italia intende portare al G20 il tema delle agenzie di rating per ridiscuterne il ruolo.

Libia. Serraj libera l’accusatore di Sarkozy, Haftar riprende l’offensiva su Tripoli

Loading

Libia. Il governo di Tripoli libera all’improvviso l’ultimo premier di Gheddafi, Baghdadi al Mahmoud

Non sparate sull’Europa

Loading

QUESTO vertice europeo verrà  da noi ricordato, più che per le sue conclusioni, per il testamento politico lasciato da Mario Monti ai leader europei.
Il loro sostegno non lo ha certo aiutato in una campagna elettorale in cui è stato spesso agitato lo spauracchio da lui stesso evocato due anni fa, quello di un podestà  straniero, di una nostra perdita di sovranità .

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment