La Francia dice no ad Assange

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PARIGI . “La mia vita oggi è in pericolo, signor Presidente, e la mia integrità, fisica e psicologica, è ogni giorno che passa più minacciata”. In una lunga lettera inviata al presidente francese e pubblicata dal quotidiano Le Monde , Julian Assange si rivolge a François Hollande. Il controverso fondatore di WikiLeaks chiede che gli sia concesso l’asilo politico in Francia, in quanto “giornalista perseguitato e minacciato di morte dalle autorità statunitensi”.
Immediata la risposta. Con un sintetico comunicato Hollande ha fatto sapere di non aver intenzione di “dare seguito” alla richiesta. Assange è oggetto di un “mandato di cattura europeo”, ha ricordato l’Eliseo. Nonostante il comunicato parli di “un’analisi approfondita” della situazione del fondatore di WikiLeaks, la rapidità della risposta dimostra la determinazione di Hollande che esclude che ci siano “pericoli immediati” per Assange.
Ieri L’Espresso, insieme ad altri giornali europei, ha rivelato nuove intercettazioni della Nsa sui più stretti collaboratori di Angela Merkel che discutono della crisi finanziaria. Un documento del 2011, svelato da WikiLeaks. Nei giorni scorsi l’organizzazione aveva fornito pesanti prove dello spionaggio illegale ai danni della Francia: ben tre Presidenti, tra cui Hollande, messi sotto sorveglianza dalla Nsa.
Ma non è lo scandalo provocato dalla rivelazioni che ha convinto il leader socialista a dare asilo ad Assange. Il fondatore di WikiLeaks ricorda che vive da “tre anni e dieci giorni” barricato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Nella missiva descrive per la prima volta nei dettagli intimi la sua vita da “prigioniero volontario” della struttura diplomatica: spazi minimi, contatti con l’esterno difficili, sorveglianza continua da parte di polizia e servizi segreti.
Nella lettera fa riferimento a una dichiarazione del ministro della Giustizia francese, Christiane Taubira, che aveva dichiarato che “non sarebbe scioccata” se la Francia decidesse di garantire asilo ad Assange o a Edward Snowden, sottolineando il “valore simbolico” che avrebbe un simile gesto. Un voce evidentemente isolata nel governo di Parigi.


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