Libia, sì dall’Europa alla missione navale
La missione fa parte di un progetto più ampio della Commissione Ue contro l’emergenza immigrazione. La decisione, ha osservato con soddisfazione l’Alto rappresentante per la Politica estera della Ue, Federica Mogherini, è stata presa in un tempo «record». Noi siamo tra i Paesi più esposti: dall’inizio dell’anno, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, sono arrivati in Italia 39.982 migranti, circa il 10% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Oggi una riunione dei capi di stato maggiore della Difesa dei 28 Paesi farà il punto sui mezzi e gli uomini che saranno messi a disposizione: «Sono già operative nel Mediterraneo una nave inglese e due tedesche — ha spiegato la ministra della Difesa, Roberta Pinotti —, mentre un pattugliatore irlandese arriverà in questi giorni. Abbiamo avuto uno disponibilità verbale molto ampia da parte dei vari Stati». Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel García-Margallo, ha detto che il suo Paese parteciperà con «una nave della marina dotata di elicottero e un aereo da ricognizione». Mentre la Danimarca ha fatto sapere di non voler partecipare al piano militare e di preferire Triton, la missione europea di sorveglianza e salvataggio nel Mediterraneo a cui la Ue ha triplicato il budget. La road map è avviata, ora si procede alla pianificazione militare. L’obiettivo, ha detto Mogherini, è arrivare a dare il via alla prima fase dell’operazione, che prevede esclusivamente un’attività di intelligence e di pattugliamento, con il Consiglio Esteri del 22 giugno. Per passare alle fasi due e tre (intervento in acque libiche e distruzione dei barconi con anche incursioni sulle coste) è invece necessaria prima una risoluzione dell’Onu: «Speriamo che nel frattempo venga approvata — è stato l’auspicio del capo della diplomazia Ue —. Sul testo stanno lavorando la Gran Bretagna e la Francia, la Spagna e la Lituania e speriamo che si trovi anche un’intesa con le autorità libiche».
Mogherini ha spiegato che il fine della missione navale «è distruggere il modello di business dei contrabbandieri e delle reti di trafficanti nel Mediterraneo», rendendo «impossibile per le organizzazioni criminali riutilizzare il denaro con cui si arricchiscono e fanno morire le persone»: bisogna «rendere inutilizzabili gli strumenti di morte». Quanto alla presenza di legami tra i trafficanti e i terroristi, Mogherini ha detto che «abbiamo analizzato la questione, ma non posso confermare l’esistenza di collegamenti».
Francesca Basso
Related Articles
Lo scandalo costituzionale, quattro anni di acqua negata
Riccardo Petrella scrive una lettera al Capo dello Stato sull’illegittimità costituzionale nella quale si trovano le istituzioni pubbliche a causa del loro rifiuto di rispettare i risultati dei referendum sull’acqua
Calais, l’autostrada contro la giungla
Calais. Catena umana di camionisti, commercianti e operai sulla A16 chiede l’evacuazione immediata dei 10mila rifugiati presenti: «Danneggiano gli affari». Campagna elettorale sui profughi: il Fronte Nazionale si precipita alla protesta. Il governo organizza pullman per redistribuirli sul resto del territorio francese
Ucraina. Gli USA continuano l’invio di armi, le Nazioni Unite pessimiste sulla pace
Biden tiene alti i toni dello scontro verbale, accusando Putin di essere un assassino, poi un macellaio, poi responsabile di crimini di guerra, definendo la guerra russa come un genocidio. Mosca e Pechino irritate, ma anche Macron frena