Scuola, approvati i primi articoli No di Renzi allo stralcio delle assunzioni

Scuola, approvati i primi articoli No di Renzi allo stralcio delle assunzioni

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«Pronti a discutere nel merito di tutto. Ma dopo aver discusso, si decide. L’Italia non può più perdere tempo»: il primo tweet di giornata del premier Matteo Renzi dà la linea al disegno di legge sulla scuola, che approda alla Camera mentre la minoranza del Pd tenta l’abbraccio con Sel, Movimento 5 Stelle e sindacati, scendendo in piazza del Pantheon a Roma.
«Facciamo le assunzioni e solo dopo un vero confronto approviamo le altre norme», invoca dalla minoranza dem Stefano Fassina. Ma Renzi va avanti «come un treno»: fare subito le assunzioni stralciandole dal ddl scuola «è impossibile — spiega —, perché senza un nuovo modello» la scuola diventerebbe «un grande ammortizzatore sociale». E il premier ostenta sicurezza anche sul paventato blocco degli scrutini. Non solo perché il Garante degli scioperi potrebbe precettare gli insegnanti, considerando lo sciopero «illegittimo»: per Renzi l’ipotesi blocco «è un tema prematuro, una questione tecnica», dunque «se ne parlerà più in là».
Ora a tenere banco per il presidente del Consiglio e i suoi è il disegno di legge, quei 27 articoli ritoccati decine di volte dalla commissione Cultura e che nel pomeriggio di venerdì — a parte la pausa manifestazione — sfilano veloci al voto della Camera, «battezzati» dai tweet dei big che hanno contribuito al testo. «Approvato articolo 1 #labuonascuola. Finalmente si potrà dare piena attuazione all’autonomia», scrive il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che intanto fa una lunga chiacchierata con il capogruppo uscente del Pd Roberto Speranza. «Montecitorio approva art. 2: ogni scuola sceglie piano offerta formativa secondo esigenze studenti e territorio», sintetizza il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. «Con l’articolo 3 viene introdotto il curriculum dello studente, che sarà valutato alla Maturità», sottolinea la deputata pd Anna Ascani, che con Simona Malpezzi «sfida» il centinaio di persone al Pantheon. «Con #labuonascuola rafforzato legame scuola-lavoro, ecco cosa dice l’articolo 4 appena approvato», cinguetta il ministero dell’Istruzione. Aggiungendo un’ora dopo: «Ok su articolo 5 per rafforzare insegnamento in istituti penitenziari». Mentre il pd Filippo Crimì esulta per «l’articolo 7 per il Piano nazionale della scuola digitale». Accantonato l’articolo 6, sugli istituti tecnici superiori: il capogruppo vicario pd Ettore Rosato minimizza come «incidente di percorso» lo scivolone del governo che va sotto durante il voto, ma di fatto manca il parere della commissione Bilancio su un emendamento della Commissione. Rinviati a lunedì i voti su articolo 8 (rete di organico funzionale) e 9 (poteri dei presidi), due temi caldi. E i sindacati affilano già le armi: Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda promettono sit in davanti Montecitorio lunedì e martedì. Mentre l’Anief insiste: l’approvazione alla Camera pura «formalità», la partita vera «si gioca al Senato».
Valentina Santarpia


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