Balzo dell’utile Unicredit: 512 milioni La spinta dell’Italia sui risultati
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MILANO Unicredit si presenta oggi in assemblea per il rinnovo del board — con la conferma dei vertici Giuseppe Vita Federico Ghizzoni e dei vicepresidenti Fabrizio Palenzona, Luca Cordero di Montezemolo e (recuperato in extremis) Vincenzo Calandra Buonaura — con un trimestre che centra le attese di utili a 512 milioni. Il risultato è in rialzo del 200% sul trimestre precedente a 512 milioni, sebbene in calo del 28,1% sullo stesso periodo del 2014. A spingere sono state le tre grandi aree del gruppo: Italia, l’Est Europa e la banca d’investimento. In particolare l’Italia torna a dare un grande contributo ai conti con 2,2 miliardi di ricavi (+6,8% trimestre su trimestre, +3,3% anno su anno, con commissioni cresciute del 18% mentre è fermo il margine di interesse). «Considero decisamente positivo il primo trimestre del 2015 in un contesto che mostra alcuni segnali di ripresa», ha commentato Ghizzoni.
La banca ha sottolineato che il risultato è arrivato senza grandi contributi da parte del Quantitative Easing: la banca ha venduto solo 1 miliardo di Btp su 50 in portafoglio che valgono 2 miliardi di plusvalenze potenziali: «Ma ce li teniamo».
Nel trimestre sono scese le rettifiche su crediti pari a 980 milioni (-42,2% su dicembre), i crediti deteriorati lordi a 83,2 miliardi (-1,4% su dicembre) e così anche la percentuale dei crediti deteriorati, all’8,5% (-2,5% nel trimestre), coperti al 50,6%. I numeri positivi influenzano anche il patrimonio, in crescita a 10,5%, oltre la soglia Bce del 9,5% come common equity ratio. Il dato comprende la cessione di Pioneer: «So di dover rafforzare il capitale, ma abbiamo dimostrato di essere in grado di generare capitale internamente», ha detto Ghizzoni agli analisti.
Risultati positivi anche per la Popolare di Milano: l’utile trimestrale è salito del 5,1% a 67,6 milioni che rappresenta — spiega la banca guidata da Giuseppe Castagna — il miglior risultato da quattro anni. Bpm registra un aumento dell’1,6% a 32,6 miliardi degli impieghi invertendo un trend negativo di tre esercizi. Rivede l’utile anche il Banco Popolare, con 209 milioni contro la perdita di 19 milioni di un anno fa. I ricavi salgono del 6,9% a 954 milioni, di cui 387,6 milioni di margine di interesse (+4%).
Fabrizio Massaro
La banca ha sottolineato che il risultato è arrivato senza grandi contributi da parte del Quantitative Easing: la banca ha venduto solo 1 miliardo di Btp su 50 in portafoglio che valgono 2 miliardi di plusvalenze potenziali: «Ma ce li teniamo».
Nel trimestre sono scese le rettifiche su crediti pari a 980 milioni (-42,2% su dicembre), i crediti deteriorati lordi a 83,2 miliardi (-1,4% su dicembre) e così anche la percentuale dei crediti deteriorati, all’8,5% (-2,5% nel trimestre), coperti al 50,6%. I numeri positivi influenzano anche il patrimonio, in crescita a 10,5%, oltre la soglia Bce del 9,5% come common equity ratio. Il dato comprende la cessione di Pioneer: «So di dover rafforzare il capitale, ma abbiamo dimostrato di essere in grado di generare capitale internamente», ha detto Ghizzoni agli analisti.
Risultati positivi anche per la Popolare di Milano: l’utile trimestrale è salito del 5,1% a 67,6 milioni che rappresenta — spiega la banca guidata da Giuseppe Castagna — il miglior risultato da quattro anni. Bpm registra un aumento dell’1,6% a 32,6 miliardi degli impieghi invertendo un trend negativo di tre esercizi. Rivede l’utile anche il Banco Popolare, con 209 milioni contro la perdita di 19 milioni di un anno fa. I ricavi salgono del 6,9% a 954 milioni, di cui 387,6 milioni di margine di interesse (+4%).
Fabrizio Massaro
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