Da Bruxelles spiragli sull’intesa greca «Il taglio del debito non è un tabù»
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L’Europa tende una mano alla Grecia. «Un alleggerimento del debito di Atene non è un tabù», sostiene il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. «La sola cosa impossibile politicamente è la cancellazione del suo valore nominale (circa 320 miliardi di euro)», precisa però l’olandese in un’intervista a Le Monde, aggiungendo che una ristrutturazione potrà avvenire «solo quando si concluderà il secondo programma di salvataggio». Un’altra mano tesa ieri è arrivata dalla Russia che, al termine di un colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier greco Alexis Tsipras, si è detta pronta a finanziare le imprese greche pubbliche e private che verranno coinvolte nella costruzione di un gasdotto dalla Russia all’Europa attraverso Turchia e Grecia.
L’apertura a sorpresa di uno dei falchi della zona euro sembra giustifica l’ottimismo del ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis. «Siamo molto vicini ad un accordo, sono fiducioso che arriveremo ad una convergenza in breve tempo, entro due settimane», ha dichiarato anche ieri intervenendo al Business Summit a Bruxelles. E la Borsa di Atene ha chiuso in salita del 3,01%.
Ma nessuno, neppure Dijsselbloem, crede che l’intesa con Atene possa essere trovata già lunedì 11 maggio, quando a Bruxelles si riunirà l’Eurogruppo. Invece di continuare lungo il percorso degli impegni sottoscritti in cambio del salvataggio, il governo di Tsipras continua ad andare nella direzione opposta, e i conti pubblici di Atene peggiorano invece di migliorare. «La Grecia non riceverà nuovi fondi senza un programma credibile», ha avvertito ieri il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard. Un’affermazione in cui si riconoscono molti partner europei. Come il ministro delle Finanze, Wolfang Schäuble, che incontrerà Varoufakis prima della riunione lunedì prossimo e comunica di non aspettarsi «alcun risultato sorprendente». O come il ministro delle Finanze austriache, Hans Jörg Schelling, che ha invece ha messo in guardia sui «rischi di un default greco» . L’insolvenza di Atene resta una possibilità. Lo sa anche la Bce, che però non ha poteri per aprire alla Grecia sul debito: sarebbe considerato un finanziamento monetario a uno Stato.
L’incertezza sulla Grecia, accompagnata dall’attesa per i risultati del voto politico in Gran Bretagna, si è tradotta in una altra seduta di estrema volatilità non solo sui mercati azionari. Il rendimento dei Bund decennali tedeschi, che si muove all’inverso dei prezzi, è balzato di 21 punti basi fino a 0,799% in due ore, per poi ridimensionarsi a 0,59%. E l’impennata ha ridotto il differenziale con i Btp, sceso a 123 punti base, ma il rendimento resta intorno all’1,8% .
Giuliana Ferraino
L’apertura a sorpresa di uno dei falchi della zona euro sembra giustifica l’ottimismo del ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis. «Siamo molto vicini ad un accordo, sono fiducioso che arriveremo ad una convergenza in breve tempo, entro due settimane», ha dichiarato anche ieri intervenendo al Business Summit a Bruxelles. E la Borsa di Atene ha chiuso in salita del 3,01%.
Ma nessuno, neppure Dijsselbloem, crede che l’intesa con Atene possa essere trovata già lunedì 11 maggio, quando a Bruxelles si riunirà l’Eurogruppo. Invece di continuare lungo il percorso degli impegni sottoscritti in cambio del salvataggio, il governo di Tsipras continua ad andare nella direzione opposta, e i conti pubblici di Atene peggiorano invece di migliorare. «La Grecia non riceverà nuovi fondi senza un programma credibile», ha avvertito ieri il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard. Un’affermazione in cui si riconoscono molti partner europei. Come il ministro delle Finanze, Wolfang Schäuble, che incontrerà Varoufakis prima della riunione lunedì prossimo e comunica di non aspettarsi «alcun risultato sorprendente». O come il ministro delle Finanze austriache, Hans Jörg Schelling, che ha invece ha messo in guardia sui «rischi di un default greco» . L’insolvenza di Atene resta una possibilità. Lo sa anche la Bce, che però non ha poteri per aprire alla Grecia sul debito: sarebbe considerato un finanziamento monetario a uno Stato.
L’incertezza sulla Grecia, accompagnata dall’attesa per i risultati del voto politico in Gran Bretagna, si è tradotta in una altra seduta di estrema volatilità non solo sui mercati azionari. Il rendimento dei Bund decennali tedeschi, che si muove all’inverso dei prezzi, è balzato di 21 punti basi fino a 0,799% in due ore, per poi ridimensionarsi a 0,59%. E l’impennata ha ridotto il differenziale con i Btp, sceso a 123 punti base, ma il rendimento resta intorno all’1,8% .
Giuliana Ferraino
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