Don Ciotti e Landini nel nome del “Gallo”: “La Resistenza non è finita”

Don Ciotti e Landini nel nome del “Gallo”: “La Resistenza non è finita”

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La dolce pedata di Dio” parte dal pulpito e non risparmia nessuno. La chiesa è gremita, tra pie donne e i ragazzi della comunità di San Benedetto c’è anche il segretario generale della Fiom Maurizio Landini.

Don Ciotti non usa mezzi termini. Le sue parole non sono dirette solo alle istituzioni.“Il 25 aprile e don Andrea non ci ricordano solo la nostra storia, dobbiamo rimetterci in gioco” incita il fondatore di Libera durante la messa per la commemorazione di Dino e Andrea Gallo alla vigilia del 70° anniversario della Liberazione, ieri a Campo Ligure.La Resistenza non è finita. Abbiamo bisogno di una sana inquietudine che smuova le coscienze, una dolce pedata di Dio. Non è libero un paese dove il potere della mafie è sempre forte e la corruzione è davanti agli occhi tutti. Non dimentichiamo chi ha sacrificato la vita per la libertà , non ricordiamolo sulle lapidi ma nelle nostre coscienze ”.

Passano tutti per un saluto, gli esponenti dell’ “Altra sinistra” sfilano uno dietro l’altro. Sergio Cofferati, Luca Pastorino, candidato alle Regionali per Rete a Sinistra, e Maurizio Landini che più tardi si mettono in posa per una foto di gruppo e si concedono per qualche selfie.
La folla si sposta ancora, ultima tappa alla sala polivalente, gremita. Ad attendere i protagonisti lo striscione bianco e blu della Comunità di San Benedetto “Ciao Raf”, in ricordo del giornalista di Repubblica Raffaele Niri. Anche a lui è dedicata questa giornata . “Perché Raffaele era un partigiano, sapeva sempre da che parte stare”- ricorda la giornalista Donatella Alfonso. E il dibattito riparte “Il significato di questa giornata?- rilancia Landini- Recuperare la partecipazione tutti cittadini a vita sociale e politica. Ormai l’Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro ma sullo sfruttamento. Viviamo una crisi della democrazia : sono venuti meno gli spazi in cui le persone possono partecipare e decidere. E non si partecipa solo con il voto . Oggi votano in pochi, Chi sta male non si sente rappresentato e non va alle urne. Sono rimasti in pochi a decidere le sorti della democrazia, quelli che stanno meglio. Chiediamoci : Come si ricostruiscono le condizioni della partecipazione democratica?”
Libertà e democrazia. Le guerre di ieri e i conflitti contemporanei. Chi si è sacrificato e chi, oggi, rischia la vita nel Mediterraneo alla ricerca di una nuova possibilità. Rispondere ai problemi di oggi bombardando barche? “Una follia. Bisognerebbe capire piuttosto perché milioni di persone si vogliono spostare – conclude Landini- Don Gallo ci ha lasciato un insegnamento importante. Di fronte a leggi ingiuste, uno si incazzi e trovi il modo di cambiarle”.
E anche Don Ciotti torna a quella democrazia che oggi è l’uguaglianza che non c’è. Parole che lasciano spazio alle note di Bella Ciao. Tutti in piedi, come avrebbe fatto Don Gallo, con il sigaro in bocca, sventolando il fazzoletto rosso che portava al collo.



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