Grecia, duello con Bruxelles su Iva e pensioni L’attesa per l’ultima tranche di prestiti I tagli sulle previsioni per l’economia
Print this article Font size -16+
BRUXELLES La lista di riforme, che il governo greco di estrema sinistra ha fatto sapere di aver inviato venerdì scorso, non ha sbloccato la situazione. Dal negoziato in corso tra tecnici, a Bruxelles, è trapelato che si continuerà a trattare in questo weekend per trovare un compromesso — su quella che è stata ridimensionata come la “bozza” di Atene — in linea con l’accordo imposto alla Grecia (soprattutto su pressione della Germania) nell’Eurogruppo del 20 febbraio scorso.
Le distanze restano notevoli. Il premier ellenico Alexis Tsipras ha ribadito che punta a «una soluzione con l’Europa» purché gli consenta di fronteggiare l’impoverimento della popolazione e di rilanciare la crescita. La cancelliera tedesca Angela Merkel e i leader di altri Paesi creditori chiedono prioritariamente misure di austerità sufficienti a garantire il pagamento dei debiti. Da Atene hanno replicato non escludendo di accettare gli aiuti di Russia o Cina in caso di «rottura» con l’Ue.
Tsipras e il suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis hanno ottenuto l’eliminazione della troika, composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale di Washington, che hanno accusato di aver provocato una emergenza umanitaria nel loro Paese pretendendo troppe misure di austerità. Ma il nuovo Gruppo di Bruxelles, che ha esteso la ex troika al Fondo salva Stati e alla stessa Grecia, pretende più o meno gli stessi impegni di prima per convocare un Eurogruppo dei 19 ministri finanziari, indispensabile per sbloccare i prestiti ed evitare l’insolvenza di Atene.
La lista di riforme di Tsipras aveva fatto ipotizzare il via libera già all’inizio della prossima settimana. Ma dai negoziati a Bruxelles sono trapelati dubbi su un esito così rapido. A Berlino non si accontentano di riforme contro l’evasione fiscale e la corruzione. Ad Atene non vogliono aumentare l’Iva e tagliare le pensioni. «Stiamo lavorando per un compromesso — ha dichiarato il ministro greco degli Affari economici internazionali Euclid Tsakalotos al quotidiano britannico Guardian —. Vogliamo una soluzione. Ma se le cose non dovessero andare per il verso giusto, bisogna sempre considerare lo scenario peggiore».
Tsipras tiene aperta l’alternativa di ottenere dalla Russia o dalla Cina gli aiuti eventualmente negati dall’Ue. Domani il ministro greco dell’Energia Panagiotis Lafazanis, considerato tra i più a sinistra nel partito Syriza, è atteso a Mosca dal collega russo Alexander Novak e dal numero uno del colosso energetico Gazprom Alexei Miller. Lo stesso premier greco ha in programma un viaggio dal presidente russo Vladimir Putin l’8 aprile prossimo. I rapporti tra Russia e Grecia sono tradizionalmente buoni anche grazie alla comune religione principale cristiano ortodossa. L’apertura della Cina verso Atene è legata soprattutto alla privatizzazione del porto del Pireo, che vede in corsa il China Cosco group. Fonti di stampa cinesi hanno annunciato la ripresa del programma di vendita inizialmente bloccato da Tsipras, riportando le dichiarazioni del vicepremier greco Yannis Dragasakis durante un incontro con autorità di Pechino.
Ivo Caizzi
Tsipras e il suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis hanno ottenuto l’eliminazione della troika, composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale di Washington, che hanno accusato di aver provocato una emergenza umanitaria nel loro Paese pretendendo troppe misure di austerità. Ma il nuovo Gruppo di Bruxelles, che ha esteso la ex troika al Fondo salva Stati e alla stessa Grecia, pretende più o meno gli stessi impegni di prima per convocare un Eurogruppo dei 19 ministri finanziari, indispensabile per sbloccare i prestiti ed evitare l’insolvenza di Atene.
La lista di riforme di Tsipras aveva fatto ipotizzare il via libera già all’inizio della prossima settimana. Ma dai negoziati a Bruxelles sono trapelati dubbi su un esito così rapido. A Berlino non si accontentano di riforme contro l’evasione fiscale e la corruzione. Ad Atene non vogliono aumentare l’Iva e tagliare le pensioni. «Stiamo lavorando per un compromesso — ha dichiarato il ministro greco degli Affari economici internazionali Euclid Tsakalotos al quotidiano britannico Guardian —. Vogliamo una soluzione. Ma se le cose non dovessero andare per il verso giusto, bisogna sempre considerare lo scenario peggiore».
Tsipras tiene aperta l’alternativa di ottenere dalla Russia o dalla Cina gli aiuti eventualmente negati dall’Ue. Domani il ministro greco dell’Energia Panagiotis Lafazanis, considerato tra i più a sinistra nel partito Syriza, è atteso a Mosca dal collega russo Alexander Novak e dal numero uno del colosso energetico Gazprom Alexei Miller. Lo stesso premier greco ha in programma un viaggio dal presidente russo Vladimir Putin l’8 aprile prossimo. I rapporti tra Russia e Grecia sono tradizionalmente buoni anche grazie alla comune religione principale cristiano ortodossa. L’apertura della Cina verso Atene è legata soprattutto alla privatizzazione del porto del Pireo, che vede in corsa il China Cosco group. Fonti di stampa cinesi hanno annunciato la ripresa del programma di vendita inizialmente bloccato da Tsipras, riportando le dichiarazioni del vicepremier greco Yannis Dragasakis durante un incontro con autorità di Pechino.
Ivo Caizzi
Tags assigned to this article:
Alexis Tsiprasausteritàdebito grecoGreciaPanagiotis LafazanistroikaYanis VaroufakisRelated Articles
Il Fondo monetario taglia le stime del Pil
Mercati. Il Fmi: «Le passate riforme pensionistiche e del mercato del lavoro dovrebbero essere preservate». Lo spread si avvia verso i 320 punti poi torna sotto i 300. E la borsa riprende fiato
Bulgaria, tensioni etniche
L’omicidio di un diciannovenne commissionato da un criminale rom ha scatenato la reazione della piazza contro questa minoranza: villaggi assediati e voglia di vendetta
Iran. Centrale nucleare attaccata da Israele, sfiorata la catastrofe
Colpito all’alba il sito di Natanz: «Coinvolto il Mossad». E i pasdaran gridano vendetta. Mentre a Vienna riparte il dialogo con gli Usa, Tel Aviv bombarda ogni ipotesi di ritorno all’accordo JCPOA. Secondo l’agenzia Nour l’operazione per arrestare il sabotatore è in corso.
No comments
Write a comment
No Comments Yet!
You can be first to comment this post!