La Grecia apre il contenzioso con la Bce Atene polemica con Schäuble: ci ha insultato
La questione riguarda la richiesta di Atene all’istituzione guidata da Mario Draghi di alzare il tetto dei titoli a breve termine che le banche elleniche possono usare come garanzia per ottenere cash dalla banca centrale.
In questo modo, il governo greco potrebbe emettere quei titoli e venderli alle banche nazionali, le quali poi avrebbero prestiti dalla Bce. Draghi ha già respinto questa possibilità: si tratterebbe di un finanziamento alla Grecia vietato dai trattati. Ieri, Weidmann ha ribadito il concetto. E, in risposta all’accusa di Varoufakis, secondo il quale in questo modo si starebbe «asfissiando» Atene, ha seccamente sostenuto che «non è a causa della Bce che il governo greco non ha accesso ai mercati» (sui quali finanziarsi).
Fatto sta che il governo di sinistra greco ha aperto un contenzioso duro con Francoforte. In un’intervista al settimanale tedesco Spiegel , il primo ministro Alexis Tsipras ha accusato la Bce di «tenere ancora la corda attorno al nostro collo». E Varoufakis ha detto, in un’intervista al Corriere , che nel 2012, di fronte a un governo conservatore ad Atene, la banca centrale si era comportata diversamente, aveva concesso l’innalzamento del tetto alle emissioni a breve termine: ora — ha aggiunto — ha invece un atteggiamento «disciplinante».
La differenza, però, c’è: ai tempi del governo di Antonis Samaras la prospettiva di un accordo tra la Grecia e i suoi creditori era molto reale, oggi è in serio dubbio. Per questo, la critica più forte che viene rivolta ad Atene è di perdere tempo con polemiche inutili e di non avere ancora presentato un progetto serio di accordo al Gruppo di Bruxelles (Ue, Bce, Fmi, il terzetto che prima veniva chiamato troika).
Allo stesso modo, l’Fmi non può sborsare denaro per Atene se non c’è la rete di sicurezza di un accordo debitore-creditori. È una questione di regole, più che di volontà: ieri la Bce ha alzato di 600 milioni, a 69,4 miliardi, il tetto ai prestiti d’emergenza per le banche elleniche; e l’Fmi ha ribadito di essere aperto a un accordo se i negoziati in corso avranno successo. Nessuna delle due istituzioni sembra però disposta a infrangere le proprie norme per aiutare un governo che finora ha soprattutto perso tempo.
Danilo Taino
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