Il leader anti Putin ucciso vicino al Cremlino
Nemtsov si era segnalato negli anni Novanta come governatore della regione di Nizhnij Novgorod, una delle più dinamiche della Russia. Arrivato a Mosca, era stato nominato vice primo ministro e l’allora presidente Boris Eltsin lo aveva preso sotto la sua protezione. Per un momento il vecchio e malato presidente lo aveva visto come suo possibile successore. Ma poi lo aveva scartato, preferendogli invece l’energico Vladimir Putin che proveniva dai servizi segreti.
Negli ultimi anni Nemtsov era diventato sempre più critico nei confronti di Putin e della sua politica. Fallito il tentativo di mettere assieme una coalizione con l’ex premier Mikhail Kasyanov e l’ex campione di scacchi Garry Kasparov, Nemtsov aveva concentrato le sue energie sulla denuncia delle ruberie e della corruzione.
Aveva studiato a fondo la storia degli appalti per le Olimpiadi di Sochi del 2014, arrivando a realizzare numerosi dossier. Nemtsov era giunto alla conclusione che nei lavori di costruzione degli impianti erano stati rubati «tra i 25 e i 30 miliardi di dollari». Ma questa, aveva ammonito l’uomo politico, era solo «la prima parte delle indagini». Altro, a suo avviso, doveva ancora venire fuori. «Ed è chiaro che a organizzare tutti i lavori a Sochi sono stati gli amici di Putin», aveva denunciato pubblicamente.
Poi c’è stato il dossier sulle spese ordinate ed effettuate dallo stesso presidente russo. «La costruzione di venti palazzi, la spesa di 700 mila dollari in orologi, il suo accesso illimitato a yacht, aeroplani».
Da ultimo Nemtsov aveva affrontato la questione dell’intervento russo in Ucraina e dei soldati mandati «segretamente» oltrefrontiera. Aveva pubblicato una lettera aperta ai soldati russi «che servono senza mostrine in Ucraina». Aveva scritto: «Putin, come comandante in capo, sa perfettamente che la partecipazione delle forze armate in attività militari nell’est dell’Ucraina è illegale».
Pochi giorni fa aveva rilasciato un’intervista: «Mia madre è preoccupata. Lei veramente ha paura che Putin mi possa ammazzare per le mie iniziative… E non è uno scherzo. Mia madre è una persona intelligente».
Fabrizio Dragosei
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