Pressioni dalla Ue e dall’interno Tsipras lima ancora le proposte

Pressioni dalla Ue e dall’interno Tsipras lima ancora le proposte

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 BRUXELLES E’ slittato a oggi l’invio della lista di riforme che il governo greco di estrema sinistra si era impegnato a far pervenire all’Eurogruppo — entro la mezzanotte di ieri — per convincere la Germania a concedere una estensione di quattro mesi dei prestiti necessari a evitare l’insolvenza. Lo scambio frenetico di bozze tra Atene e i rappresentanti dei creditori (Commissione europea, Bce e Fmi) non è riuscito a far superare tutti i dubbi di Berlino.
Il premier greco Alexis Tsipras e il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis hanno preso un’altra notte di tempo anche per gestire opposizioni interne al loro partito Syriza, che chiedono una linea più dura.
La lista punta ad affrontare l’impoverimento di milioni di greci, esploso negli ultimi anni dopo l’attuazione di pesanti misure di austerità pretese dalla Germania e da altri Paesi del Nord, tramite la troika dei creditori, in cambio di 240 miliardi di prestiti di salvataggio. Include azioni per contrastare l’evasione fiscale, il contrabbando, la corruzione, l’inefficienza della pubblica amministrazione e dell’apparato giudiziario. Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble hanno condizionato l’estensione dei prestiti al rispetto di riforme strutturali, tagli della spesa pubblica e privatizzazioni accettate dal precedente governo greco di centrodestra.
Un Eurogruppo in teleconferenza dei 19 ministri finanziari è in programma oggi per valutare se la lista di Atene consente di procedere all’approvazione finale «entro aprile». In mattinata il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, dovrebbe spiegare nell’Europarlamento di Bruxelles gli aspetti politici del compromesso in elaborazione con Atene.
I governi di Germania, Finlandia e Olanda, sostenitori delle misure di austerità per i Paesi mediterranei con maxi-debito, devono far ratificare in Parlamento il nuovo accordo entro il 28 febbraio, scadenza dell’attuale piano di salvataggio. Da Berlino hanno confermato di essere pronti.
Schäuble ha però fatto sapere che «dipende dalla qualità delle misure contenute nella lista». I cristiano-sociali bavaresi, federati con Merkel nel governo tedesco, hanno minacciato il «no» se Atene non garantisce riforme e risparmi adeguati. Anche il ministro degli Esteri socialdemocratico, Franz-Walter Steinmeier, ha ammonito Tsipras a varare misure espansive solo se «risparmia o recupera introiti da qualche altra parte». Per Steinmeier «l’Europa ha solo la possibilità di fermarsi e respirare» perché «quella attuale non è una soluzione».
Entro giugno va negoziato un altro piano sul maxi-debito di Atene. «Il nuovo contratto che la Grecia dovrà avere con le istituzioni Ue — ha detto il ministro delle Finanze francese Michel Sapin — sarà per dei mesi e io spero per alcuni anni, fino a quando la Grecia non avrà più bisogno di aiuto».
Tsipras e Varoufakis stanno cercando di calmare il dissenso interno rivendicando di aver deciso ad Atene le riforme in passato ordinate dalla troika. Ma ha fatto clamore l’autorevole eurodeputato ed eroe della resistenza contro i nazisti Manolis Glezos, che ha criticato il cedimento all’Eurogruppo davanti a Schäuble.
Altre componenti di estrema sinistra contestano che le promesse elettorali di Syriza annunciavano la sostituzione integrale dell’austerità della troika con interventi espansivi in grado di rilanciare l’occupazione e affrontare la povertà dilagante. Tra Atene, Bruxelles e Berlino un po’ tutti temono (e vogliono evitare) i rischi di una rottura della trattativa.
Ivo Caizzi


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