Strage di migranti, i vescovi contro l’Ue Vertice a Bruxelles: bisogna fare di più

Strage di migranti, i vescovi contro l’Ue Vertice a Bruxelles: bisogna fare di più

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ROMA Il fallimento delle politiche migratorie dell’Unione europea sarà al centro di un vertice straordinario convocato a Bruxelles per la prossima settimana. È lo stesso commissario Dimitris Avramopoulos ad ammettere: «La nostra lotta contro i trafficanti continua in modo costante e coordinato. Deve essere fatto di più».
La tragedia che due giorni fa ha provocato decine di vittime scatena la polemica per un’emergenza che nei prossimi mesi rischia di diventare drammatica. Perché sono centinaia di migliaia le persone pronte a partire dal Nordafrica e dalla Turchia e in Italia le strutture di accoglienza sono già al limite della capienza. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano chiarisce che l’Italia «ha già fatto quello che era possibile e quindi siamo molto soddisfatti per l’iniziativa dell’Unione. Quella è la strada: occuparsene a Bruxelles sempre meglio e di più. Ma soltanto farisei e ipocriti possono dimenticare che, durante Mare Nostrum, assieme ai salvataggi ci sono stati migliaia di morti e il lavoro encomiabile delle nostre forze in mare non è riuscito a salvare tutti». Il quadro è molto preoccupante, bisognerà cercare altri posti, come evidenzia in Senato il responsabile del Dipartimento del Viminale Mario Morcone richiamando le autorità di Lombardia e Veneto a «rispettare gli impegni presi, nessuno può sottrarsi per motivi di consenso elettorale».
L’operazione Triton si è rivelata inadeguata e un attacco duro su questo arriva dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, secondo il quale «finché l’Europa fa finta di non capire che l’Italia è veramente la porta dell’Europa e guarda da un’altra parte, le cose andranno avanti così, con queste tragedie in mare».
Il «buco» di 3.000 posti
Di fronte alla commissione Diritti umani del Senato guidata da Luigi Manconi, il prefetto Morcone parla di «primavera decisamente impegnativa causata soprattutto dalla situazione drammatica in Libia che non ci fa escludere l’arrivo di migliaia di disperati in fuga da guerre e fame, come già avvenuto nel 2014. Per questo va rilanciata l’intesa raggiunta a luglio dello scorso anno tra Stato, Regioni e Comuni che prevede una equa distribuzione dei migranti su tutto il territorio nazionale, in modo da avere un minor impatto sociale e una migliore integrazione». Attualmente ci sono «20.560 persone nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) gestito dai Comuni, 9.000 accolte nei Centri d’accoglienza per richiedenti asilo (Cara), 36.500 nelle strutture messe a disposizione dagli enti locali». Tutte le Regioni hanno risposto alla richiesta del Viminale tranne la Lombardia, che deve fornire 1.918 alloggi, e il Veneto che deve darne 1.488. Poi definisce «vergognosa mistificazione quando si parla di 30 euro al giorno a immigrato, perché in realtà a queste persone vanno solo 2,50 euro al giorno, mentre tutto il resto lo prendono le strutture che li ospitano. Strutture italiane, nostre, che poi gestiscono più o meno positivamente i fondi, come si è visto con la vicenda romana», cioè l’inchiesta sulla gestione da parte della cooperativa 29 giugno e delle altre che fanno capo a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.
Il vertice europeo
Ad annunciare una riunione straordinaria «dei commissari Ue che si occupano di questioni esterne, per discutere una revisione delle nostre politiche con il commissario per la migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos» è l’Alto rappresentante Federica Mogherini: «Non possiamo permettere altre tragedie». Ma appare difficile che basti un incontro per risolvere una situazione drammatica, che non si riesce a fronteggiare con le iniziative già prese.
L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati è durissimo: «Triton non fornisce in modo adeguato la capacità di ricerca e soccorso e dunque ci si dovranno aspettare altre tragedie se non si interverrà in maniera idonea», e ribadisce alla Ue la necessità di «fornire all’Italia un sostegno adeguato in modo che possa far fronte agli arrivi di persone che attraversano irregolarmente il Mediterraneo. L’aiuto all’Italia con le operazioni di Frontex non può essere l’unica forma di solidarietà e di umanità che l’Europa è in grado di dimostrare». Un ritorno all’operazione «Mare Nostrum» sembra al momento esclusa ma appare evidente la necessità di trovare con urgenza nuove soluzioni per evitare altre tragedie.
Fiorenza Sarzanini


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