In foto come Hitler, via il leader di Pegida

In foto come Hitler, via il leader di Pegida

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BERLINO . La foto sui social media di Lutz Bachmann, il leader e fondatore del movimento razzista e xenofobo Pegida, che si è ritratto coi capelli unti e il baffetto alla Hitler ha provocato non soltanto scandalo: ha costretto alle dimissioni Bachmann, ha aperto la crisi fra i sostenitori del movimento, e ha dato nuovo impeto ai suoi avversari democratici.
Ieri a Berlino sono scesi in piazza i manifestanti di entrambi i fronti: per Pegida, il movimento razzista e xenofobo tedesco con contatti sia con la galassia neonazista sia con i populisti in doppiopetto di Alternative fuer Deutschland, è stata una giornata nera. Bachmann, smascherato dai media, s’è dimesso dopo aver posato con i baffetti finti alla Hitler ma anche per avere lanciato in un video slogan contro gli stranieri, definiti «bestiame e muffa». E a Lipsia, la più vitale metropoli della ex Germania dell’Est dove sia Pegida sia l’ultradestra hanno i loro bastioni, ieri i manifestanti contro il movimento di Bachmann erano tre o quattro volte più numerosi dei loro avversari di destra.
La caduta di Bachmann pone gravi problemi a Pegida, il movimento che ha l’arroganza di dire «Wir sind das Volk», Noi siamo il popolo, come gridavano nel 1989 i dimostranti per Gorbaciov e la perestrojka, sfidando la Stasi di Honecker. Già indagato e denunciato dai media d’ogni sponda come pregiudicato per traffico di droga e presunti contatti con organizzazioni criminali legate, fra l’altro, a contrabbando e prostituzione, il fondatore di un improbabile Front National in salsa tedesca è finito nella sua stessa trappola.
Non sono bastate le scuse ufficiali, la pretesa volontà di ricorrere a una parodia con allusioni a Er ist wieder da ( Lui è tornato, nel titolo dell’edizione italiana), il libro satirico di humor nero su un immaginario, fantapolitico risveglio di Hitler nel mondo d’oggi. Le spiegazioni non hanno convinto nessuno. Kathrin Oertler, economista, madre di tre figli, amica di Bachmann da tempo, ha preso il suo posto alla guida del movimento. Oertler, però, secondo gli osservatori potrebbe rivelarsi persino più pericolosa, anche per l’abilità dimostrata nei più seguiti talkshow televisivi: «Noi siamo il popolo, chi attacca me attacca tutta la Germania; noi denunciamo errori dei partiti storici nell’accogliere troppa immigrazione», ha detto mentre era ospite domenica scorsa di Guenther Jauch, il principe dei talkmasters tedeschi, lei perfetta bionda platinata, vestita in nero come Marine Le Pen. E nessuno dei presenti al talkshow, nemmeno il conduttore, l’hanno contrastata.
«Travestirsi da Hitler era solo un gesto satirico, ma quei commenti di Bachmann sugli stranieri sono assolutamente inaccettabili per il nostro movimento e per tutti», ha subito detto a caldo la nuova leader Frau Oertler, dopo le dimissioni del suo predecessore.
Immediato e duro il commento del governo federale: «Chiunque si travesta in pubblico da Hitler», ha detto Sigmar Gabriel, il vicecancelliere e leader della Spd, «o è un totale idiota oppure è un vero nazista».
Pegida comunque divide sempre di più la grosse Koalition al potere a Berlino: la Spd e la cancelliera democristiana Angela Merkel condannano il movimento come «un gruppo dal cuore freddo e carico di odio» (parole di Merkel negli ultimi giorni). Ma esponenti locali della CduCsu (il partito della cancelliera) chiedono di aprire un dialogo con Pegida e con i suoi simpatizzanti. In piazza, la maggioranza della Germania era contro i nuovi populisti nel cuore dell’Europa.

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