Juncker verso il «sì» ai conti di Italia e Francia
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STRASBURGO La Commissione europea ha proposto un compromesso per conciliare il rispetto dei vincoli Ue di bilancio con la flessibilità nei conti pubblici dei Paesi membri in difficoltà. Nella sua riunione a Strasburgo ha confermato le regole del patto di Stabilità e di crescita, come pretendono la Germania e gli altri Paesi del Nord sostenitori del rigore finanziario.
Ma la Commissione ha anche inserito in una comunicazione articolata e complessa aperture per favorire investimenti per il rilancio della crescita e dell’occupazione, come chiedono Italia, Francia e Belgio. In pratica i governi di Roma, Parigi e Bruxelles hanno ottenuto da subito margini per limitate deviazioni temporanee, se rispettano alcune condizioni. Aumentano così le possibilità che le leggi di Stabilità di questi Paesi superino l’esame Ue previsto in marzo.
Due vicepresidenti di centrodestra della Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen e il lettone Valdis Dombrovskis, insieme al commissario per gli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici, hanno specificato che la Commissione «non propone alcun cambio delle attuali regole». Viene escluso di poter scorporare gli investimenti dal calcolo del deficit. Ma Bruxelles promette di dimostrarsi un po’ più flessibile. Gli esborsi nazionali per il piano di investimenti della Commissione del lussemburghese Jean-Claude Juncker verrebbero considerati in modo «favorevole». Anche gli investimenti italiani per i programmi cofinanziati dall’Unione Europea potrebbero essere valutati con benevolenza se permanesse la recessione, fossero attuate riforme e fosse rispettato l’obiettivo di bilancio. Qualche dubbio di interpretazione della promessa flessibilità lo crea tuttavia l’alto debito pubblico dell’Italia.
Dombrovskis ha detto che il patto di Stabilità sarà applicato in modo «intelligente, efficace e credibile». Moscovici ha aggiunto che la comunicazione della Commissione non riguarda singoli Paesi e che «non considera solo il ciclo economico e congiunturale perché bisogna anche vedere gli investimenti e le riforme per giudicare l’insieme». In pratica si va verso una decisione politica sulle leggi di bilancio di Italia, Francia e Belgio. «La discussione con Roma, Bruxelles e Parigi va avanti con la volontà di un dialogo trasparente», ha dichiarato Moscovici invitando ad «aspettare marzo» per le decisioni.
«Il semestre di presidenza italiana della Ue si chiude con risultato di grande rilievo — ha commentato soddisfatto il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan —. La Commissione, nella sua comunicazione, riconosce un approccio più flessibile nell’interpretazione delle regole di bilancio, che fino a sei mesi fa non era preso in considerazione. Ora gli Stati membri avranno maggiori possibilità, nel rispetto del patto di Stabilità e crescita, di effettuare investimenti indispensabili per promuovere il rilancio dell’economia e creare posti di lavoro». L’Italia, che è in recessione, ha toccato il record negativo nella disoccupazione e sconta l’alto debito in ulteriore aumento, ha assoluto bisogno di interventi per stimolare la ripresa dell’economia.
Le voci di opposizioni durante la riunione della Commissione europea a Strasburgo, attribuite da varie fonti principalmente al commissario tedesco Gunter Oettinger, hanno confermato che la Germania continua a frenare sulle concessioni di flessibilità a Italia, Francia e Belgio. L’apertura nella comunicazione punta anche a sostenere il piano di investimenti di Juncker, che parte dalla promessa di 21 miliardi da moltiplicare per 15 volte con i fondi di Stati e di privati. La Commissione ieri ha formalizzato il regolamento di attuazione.
Ivo Caizzi
Due vicepresidenti di centrodestra della Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen e il lettone Valdis Dombrovskis, insieme al commissario per gli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici, hanno specificato che la Commissione «non propone alcun cambio delle attuali regole». Viene escluso di poter scorporare gli investimenti dal calcolo del deficit. Ma Bruxelles promette di dimostrarsi un po’ più flessibile. Gli esborsi nazionali per il piano di investimenti della Commissione del lussemburghese Jean-Claude Juncker verrebbero considerati in modo «favorevole». Anche gli investimenti italiani per i programmi cofinanziati dall’Unione Europea potrebbero essere valutati con benevolenza se permanesse la recessione, fossero attuate riforme e fosse rispettato l’obiettivo di bilancio. Qualche dubbio di interpretazione della promessa flessibilità lo crea tuttavia l’alto debito pubblico dell’Italia.
Dombrovskis ha detto che il patto di Stabilità sarà applicato in modo «intelligente, efficace e credibile». Moscovici ha aggiunto che la comunicazione della Commissione non riguarda singoli Paesi e che «non considera solo il ciclo economico e congiunturale perché bisogna anche vedere gli investimenti e le riforme per giudicare l’insieme». In pratica si va verso una decisione politica sulle leggi di bilancio di Italia, Francia e Belgio. «La discussione con Roma, Bruxelles e Parigi va avanti con la volontà di un dialogo trasparente», ha dichiarato Moscovici invitando ad «aspettare marzo» per le decisioni.
«Il semestre di presidenza italiana della Ue si chiude con risultato di grande rilievo — ha commentato soddisfatto il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan —. La Commissione, nella sua comunicazione, riconosce un approccio più flessibile nell’interpretazione delle regole di bilancio, che fino a sei mesi fa non era preso in considerazione. Ora gli Stati membri avranno maggiori possibilità, nel rispetto del patto di Stabilità e crescita, di effettuare investimenti indispensabili per promuovere il rilancio dell’economia e creare posti di lavoro». L’Italia, che è in recessione, ha toccato il record negativo nella disoccupazione e sconta l’alto debito in ulteriore aumento, ha assoluto bisogno di interventi per stimolare la ripresa dell’economia.
Le voci di opposizioni durante la riunione della Commissione europea a Strasburgo, attribuite da varie fonti principalmente al commissario tedesco Gunter Oettinger, hanno confermato che la Germania continua a frenare sulle concessioni di flessibilità a Italia, Francia e Belgio. L’apertura nella comunicazione punta anche a sostenere il piano di investimenti di Juncker, che parte dalla promessa di 21 miliardi da moltiplicare per 15 volte con i fondi di Stati e di privati. La Commissione ieri ha formalizzato il regolamento di attuazione.
Ivo Caizzi
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