La stiva irregolare e l’allarme in ritardo Così l’incendio è divampato fino ai ponti

La stiva irregolare e l’allarme in ritardo Così l’incendio è divampato fino ai ponti

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ROMA Certificazioni non conformi alla normativa e carico irregolare nella stiva. Si muovono seguendo queste due piste le indagini avviate dalle Procure di Bari e Brindisi per scoprire che cosa abbia provocato l’incendio a bordo del Norman Atlantic. E per verificare se la causa del naufragio sulla rotta Igoumenitsa-Ancona sia stata una tragica fatalità o se invece le conseguenze del rogo siano state tanto gravi per carenze nel sistema di sicurezza del traghetto. Soltanto l’ispezione e la perizia sulla nave potranno dare risposte agli interrogativi aperti, ma l’analisi della documentazione incrociata con le testimonianze dei passeggeri può già fornire alcune indicazioni sulla direzione che potrebbero prendere i controlli disposti dai magistrati. Anche tenendo conto che il comandante Argilio Giacomazzi e l’armatore Carlo Visentini sono stati iscritti nel registro degli indagati.
Il fuoco nel garage
L’ipotesi del guasto elettrico rimane in piedi, anche se appare probabile che a prendere fuoco sia stato uno dei mezzi caricati in stiva. E non si esclude che la scintilla sia stata provocata dallo sfregamento del tetto di un camion con il soffitto del garage, dovuto all’oscillazione provocata dal mare in burrasca. Oppure, eventualità ancora non scartata, che nel locale ci fosse qualcuno, nonostante il divieto esplicito di rimanere lì durante la navigazione. Un «clandestino» che viaggiava all’interno di qualche Tir.
Le fiamme hanno fatto in fretta a dilagare e anche su questo si dovranno svolgere accertamenti. Si sa che c’erano almeno quattro autobotti cariche di olii vegetali, altri camion riempiti di materiale ad alta combustione. Ma adesso si sta cercando di stabilire se in realtà ci sia stata una falla nel sistema antincendio, poiché dal piano garage il rogo si è spostato con grande velocità ai ponti superiori.
L’allarme ai passeggeri
Determinante per accertare la dinamica del disastro sarà anche la ricostruzione dei tempi. Alcuni passeggeri hanno raccontato di non essere stati adeguatamente aiutati, altri hanno detto di essere stati svegliati dal fumo e dal calore senza che prima fosse suonata la sirena dell’allarme.
Di tutto questo si chiederà conto al comandante e ai membri dell’equipaggio che dovranno anche chiarire il buon funzionamento delle scialuppe di salvataggio. Il ritardo nei soccorsi e nel soccorso delle persone potrebbe infatti essere stato causato dal fatto che non tutte le imbarcazioni di salvataggio sono state utilizzate. Sul Norman Atlantic c’è n’erano di due tipi: lance e zattere. Al momento gli esperti escludono che un eventuale blackout possa aver ritardato l’evacuazione, visto che il sistema prevede lo sganciamento meccanico e quello manuale. E dunque si dovrà scoprire chi, a bordo, abbia coordinato questa operazione.
L’ammiraglio Nicola Carlone, capo reparto sicurezza della navigazione del ministero dei Trasporti, esclude che le certificazioni del traghetto fossero irregolari. Conferma le sei contestazioni fatte il 19 dicembre scorso da un ispettore dell’organismo internazionale «Paris Mou», ma spiega: «Due sono state immediatamente risolte e per le altre quattro erano stati concessi 14 giorni per mettersi in regola, perché si trattava di problemi che nulla avevano a che fare con la sicurezza. La nave era pienamente efficiente, rispondeva a tutti i requisiti».
Gli ispettori
Spetterà alla commissione già istituita dal ministro Maurizio Lupi verificare se sia davvero così, anche perché il malfunzionamento delle porte tagliafuoco era stato rilevato anche nel giugno scorso e nonostante questo si è ritenuto di non impedire al traghetto di salpare dal porto greco. In questo contesto dovrà essere esaminato il ruolo degli ispettori del Rina, il Registro della navigazione, che avevano concesso tutte le certificazioni. Perché non hanno tenuto conto delle «violazioni» evidenziate da «Paris Mou»?
«Ai nostri uffici — chiariscono al Rina — non è arrivata nessuna segnalazione, noi non conoscevamo le risultanze. Se ci fosse stato qualcosa di grave saremmo stati avvertiti. Il fatto comunque che siano state date due settimane al Norman Atlantic per mettere in regola le deficienze, indica che non erano ritenute tali da compromettere la sicurezza in mare, nel qual caso il Paris Mou avrebbe fermato senza dubbio la nave».
La magistratura dirà se questa giustificazione possa essere sufficiente.


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