I Taliban all’assalto di una scuola Strage di bambini, più di 140 morti

I Taliban all’assalto di una scuola Strage di bambini, più di 140 morti

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PESHAWAR . Un commando di Taliban pachistani ha fatto irruzione in una scuola gestita dall’esercito nel Nord-Ovest del Pakistan, facendo strage d’insegnanti e studenti, e ingaggiando per otto ore uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza. Almeno 145 persone, di cui 132 bambini, sono morte prima i nove terroristi fossero uccisi, stando ai funzionari governativi e agli operatori sanitari intervenuti. È l’attentato più sanguinoso nella storia moderna del Paese.
Un portavoce dei Taliban pachistani ha rivendicato l’attacco come rappresaglia all’offensiva dell’esercito nel distretto tribale del Nord Waziristan. Dall’Afghanistan, invece, altri gruppi di Taliban hanno condannato il massacro «contrario ai principi dell’Islam» poiché ha «ucciso innocenti».
Alle 10 del mattino nove uomini armati, in uniformi di unità paramilitari, hanno scavalcato la parete posteriore della Scuola pubblica dell’Esercito, frequentata da circa 2.500 alunni e alunne; hanno fatto irruzione nella scuola lanciando bombe a mano e sparando indiscriminatamente. Rievocando in maniera agghiacciante l’assedio nel 2004 alla scuola di Beslan in Russia, alcune delle peggiori violenze si sono verificato nell’aula magna, dove un istruttore dell’esercito stava dando una lezione di primo soccorso.
«L’istruttore ci ha chiesto di abbassarci e di stenderci a terra, dice Zeeshan, uno studente, intervistato all’ospedale. «Poi ho visto i terroristi che passavano accanto agli studenti e gli sparavano in te- sta». Ghani, il ministro provinciale dell’Informazione, conferma che la maggior parte delle vittime è stata uccisi da colpi di arma da fuoco alla testa. Scattato l’intervento delle forze di sicurezza, alcuni assalitori si sono fatti esplodere, altri sono stati uccisi dal commando dell’esercito.
Fra i genitori assiepati negli ospedali, o fuori dei cancelli della scuola in cerca di notizie dei figli uno dei più fortunati, Muhammad Arshad, ha saputo che suo figlio Ehsan è stato messo in salvo dal commando: «Ringrazio Dio d’avergli dato una seconda vita». Ma all’ospedale militare, i corpi degli alunni erano allineati sul pavimento, per la maggior parte uccisi con un unico colpo alla testa. Afaq, 7 anni, dice che i militanti sono entrati nella sua classe e si sono messi subito a sparare. «Hanno ucciso il nostro maestro», scoppia a piangere.
«Non volevano prendere ostaggi», dice un funzionario della sicurezza. «Erano lì per uccidere». Alcuni studenti sono riusciti a fuggire. Nei notiziari tv sfilano immagini di alunni coi maglioni e le giacche verdi, la divisa della scuola, in preda al panico mentre vengono fatti evacuare dall’istituto. Altri, feriti, sono stati portati in un altro ospedale, il Lady Reading. Molti dei morti non sono ancora stati identificati.
Nel tardo pomeriggio, l’esercito comunica d’aver preso il controllo di tre sezioni del complesso scolastico. Dopo l’uccisione dell’ultimo terrorista, i soldati hanno setacciato l’istituto alla ricerca di esplosivi. Il primo ministro Nawaz Sharif è arrivato a Peshawar, dove le autorità hanno dichiarato tre giorni di lutto. Sharif ha annunciato una riunione di emergenza oggi di tutti i partiti politici nella città. Il ministero degli Esteri si dichiara «profondamente scioccato», ma assicura che la lotta contro i Taliban non si fermerà: «Questi terroristi sono nemici del Pakistan, nemici dell’Islam e nemici dell’umanità».
La Scuola pubblica dell’esercito di Peshawar fa parte di una rete di scuole che l’esercito gestisce nelle città dove ha delle guarnigioni e nelle principali città del Pakistan. I figli dei militari hanno un accesso preferenziale, ma molti degli studenti e degli insegnanti vengono dall’ambito civile.
L’assalto giunge in un momento di tensione politica in Pakistan. Imran Khan, un leader dell’opposizione, ha organizzato manifestazioni di protesta nel tentativo di far cadere Sharif, che egli accusa d’aver truccato le elezioni del 2013. Khan ha criticato le operazioni militari nelle aree tribali e ha invitato il governo a negoziare coi militanti, anziché combat- terli: una posizione che ha suscitato molte critiche.
I Taliban pachistani, una coalizione da sempre caotica di gruppi militanti, sono lacerati da attriti interni, e per di più sottoposti a ulteriori pressioni quest’anno dopo la ripresa in giugno delle operazioni militari nel Nord Waziristan, in seguito a un attacco contro l’aeroporto di Karachi. Stando all’esercito, l’offensiva, denominata Operazione Zarb-e-Azb, ha provocato la morte di 1.800 militanti e ripulito gran parte del Nord Waziristan, uno dei più famosi centri di attività dei militanti della regione. Tuttavia, l’attacco di martedì alla scuola di Peshawar dimostra che i Taliban sono tuttora capaci di passare all’offensiva e di colpire obiettivi civili vulnerabili.
(© 2-014 New York Times News Servicetraduzione di Luis E. Moriones )


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