Corruzione. Il compromesso che lascia fuori gli sconti per chi collabora

Corruzione. Il compromesso che lascia fuori gli sconti per chi collabora

Loading

ROMA C’erano due ipotesi per il provvedimento anticorruzione voluto dal premier dopo il clamore suscitato dall’inchiesta su «Mafia capitale», che ha sollevato il coperchio su corruzioni e malversazione nell’amministrazione di Roma e non solo. Entrambe predisposte dagli uffici del ministro della Giustizia Orlando. Una più radicale, con aumenti di pena nel minimo e nel massimo per la corruzione ma anche per quelli correlati, dalla concussione alla corruzione in atti giudiziari, passando per l’induzione indebita a dare o promettere utilità; l’altra un po’ più soft , con l’innalzamento «completo» solo per la corruzione e nel minimo per l’induzione indebita, lasciando inalterate le pene attuali per i reati simili. Doveva scegliere Renzi, al suo rientro a palazzo Chigi, dopo il viaggio in Turchia.
Ha prevalso una «terza via», al ribasso anche rispetto all’ipotesi più blanda: niente disegno di legge autonomo, ma una sorta di maxi-emendamento a quello già annunciato a fine agosto in materia penale. Che contiene l’aumento di pena solo per la corruzione, senza toccare il resto. Il che significa — per quel reato soltanto — aumentare la base della prescrizione (arriva a dieci anni), oltre a termini di sospensione più ampi, che potranno arrivare fino ad altri cinque anni. In più è stata sbloccata (insieme al resto della riforma del processo) l’idea dell’intervento generale già annunciata dal ministro Orlando: sospensione dei termini per due anni dopo la condanna di primo grado e di uno dopo quella d’appello.
Una scelta che serve a tradurre in pratica gli slogan lanciati dal premier in video-messaggio quattro giorni fa, fermandosi però al «minimo sindacale». Prescrizione un po’ più lunga, e norme che dovrebbero rendere più efficaci le confische dei beni, oltre che condizionare il patteggiamento «alla restituzione completa del maltolto», come aveva annunciato Renzi: «sennò uno ruba, patteggia e trova la carta “uscire gratis di prigione” come al Monopoli», aveva detto.
Solo che il codice penale non è un gioco di società, né è fatto per essere modificato in fretta e furia al fine di mettere in pratica una battuta. Parificare la pena minima della corruzione a quella della concussione, per esempio, e dunque mettere sullo stesso piano (nell’ipotesi della condanna più leggera) l’accordo illecito tra privati cittadini e la costrizione da parte di un pubblico ufficiale, non pare una buona idea. Non a caso le pene base, attualmente, sono diverse. E più in generale, se c’è un gruppo di reati collegati tra loro (tanto che la numerazione degli articoli diventa bis , ter , quater , eccetera), toccarne solo uno può creare qualche problema.
Tra le ipotesi entrate a palazzo Chigi ce n’era una — contenuta in entrambi gli schemi — che prevedeva sconti di pena per corrotti o corruttori che avessero deciso di collaborare con gli inquirenti, sollecitata con forza dai magistrati e dall’Autorità anticorruzione. È rimasta sui fogli dei tecnici ministeriali, senza entrare nel disegno di legge. «Ma quella approvata è una buona base di partenza, visto che da vent’anni non si riusciva a fare niente — sostiene David Ermini, responsabile Giustizia del Pd —. Naturalmente va affinata, soprattutto per introdurre l’incentivo alla collaborazione, e lo faremo in Parlamento».
Ma tra Camera e Senato i problemi interni alla maggioranza provenienti soprattutto dal centrodestra potrebbero addirittura aumentare per i democratici. Com’era prevedibile, la giustizia penale s’è dimostrata un terreno sul quale è difficile mettersi d’accordo con il Ncd, partito che deve vedersela con la concorrenza elettorale di Forza Italia, particolarmente agguerrita su questo tema. «È importante che ci sia una risposta da parte del governo in termini tempestivi ed equilibrati», afferma il viceministro della Giustizia Enrico Costa, esponente del partito di Alfano, che pure rimanda alla discussione parlamentare.
«Non mi pare una riforma epocale — commenta il presidente dell’Associazione magistrati Sabelli —. Forse è l’inizio di un cammino che però dovrebbe essere molto più approfondito e sistematico»
Giovanni Bianconi


Related Articles

Il Risiko cinese che fa paura

Loading

Americani e sudcoreani stanno preparando lo schieramento dello scudo antimissile Thaad (Terminal High Altitude Area Defense). Una mossa sgradita ai cinesi

Socrates in manette, terremoto politico in Portogallo

Loading

L’esponente socialista, premier dal 2005 al 2011, arrestato nella notte all’aeroporto per frode fiscale, corruzione e riciclaggio di denaro. I media invitati a partecipare all’avvenimento

Freedom Flotilla: «Non intendiamo mollare»

Loading

Intervista. Parla Francesca Solari, membro del coordinamento territoriale della Freedom Flotilla Italia

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment