Effetto Cina e Grecia, Borse giù
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ROMA Giornata di forti tensioni sui mercati, in allarme per la situazione politica in Grecia e per i timori di una stretta creditizia in Cina, dove l’economia mostra segni di rallentamento. Sulle Borse europee, ieri tutte in rosso, è piombato il crollo del listino di Atene, caduto del 12,58% sulla scia delle notizie su possibili elezioni anticipate. Un’ipotesi questa che metterebbe a rischio — ed il premier greco ha già formulato una richiesta di rinvio all’Eurogruppo — la conclusione entro la fine dell’anno dell’accordo tra governo greco e Troika (Commissione Ue, Bce, Fmi) sulle misure da attuare per il versamento dell’ultima tranche di prestito di 1,8 miliardi di euro.
Non solo: in caso di elezioni anticipate, che scatterebbero nell’eventualità molto concreta di una fumata nera all’elezione del presidente della Repubblica per sostituire Karolos Papolulias, il partito dato come favorito è quello della sinistra radicale Syriza di Alexis Tzipras, pronto ad opporsi e a cancellare la politica di austerità imposta dalla troika. Da qui la reazione delle Borse ai timori di una nuova ricaduta della crisi greca: Piazza Affari in particolare è sprofondata del 2,81% a 19.390 punti, mentre Parigi è scesa del 2,55%, Francoforte del 2,2%, Londra del 2,1% e Madrid, la peggiore, del 3,18%. Il bilancio a fine giornata sui listini del Vecchio Continente è di quasi 220 miliardi di euro bruciati.
Anche Wall Street ha aperto negativa, influenzata oltre che dalla crisi greca anche dalla discesa delle borse asiatiche con Shangai in calo del 5,43% e Hong Kong del 2,34%, che hanno reagito ai segnali di rallentamento dell’economia e della decisione delle autorità di porre alcuni limiti alle attività finanziarie delle banche (esclusione dei bond a basso rating dalle garanzie accettate dalla Banca centrale cinese).
Effetto contagio anche sul secondario dove si sono ampliati gli spread di Roma e Madrid. In particolare il differenziale di rendimento tra Btp decennali, tornato al 2,03%, e Bund tedeschi di uguale durata ha chiuso, in netto ampliamento, a quota 134 punti anche per il ribasso dei tassi dei titoli tedeschi, molto richiesti come accade sempre nei momenti di tensioni e instabilità, che ieri hanno toccato il minimo storico dello 0,69%. In rialzo anche i rendimenti dei titoli spagnoli e portoghesi con il bond greco salito al 7,80%. In questo contesto non hanno rassicurato le parole del commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, secondo cui «Samaras sa dove sta andando, credo che i mercati dovrebbero sentirsi più sicuri di quello che si sono sentiti stamattina».
Stefania Tamburello
Anche Wall Street ha aperto negativa, influenzata oltre che dalla crisi greca anche dalla discesa delle borse asiatiche con Shangai in calo del 5,43% e Hong Kong del 2,34%, che hanno reagito ai segnali di rallentamento dell’economia e della decisione delle autorità di porre alcuni limiti alle attività finanziarie delle banche (esclusione dei bond a basso rating dalle garanzie accettate dalla Banca centrale cinese).
Effetto contagio anche sul secondario dove si sono ampliati gli spread di Roma e Madrid. In particolare il differenziale di rendimento tra Btp decennali, tornato al 2,03%, e Bund tedeschi di uguale durata ha chiuso, in netto ampliamento, a quota 134 punti anche per il ribasso dei tassi dei titoli tedeschi, molto richiesti come accade sempre nei momenti di tensioni e instabilità, che ieri hanno toccato il minimo storico dello 0,69%. In rialzo anche i rendimenti dei titoli spagnoli e portoghesi con il bond greco salito al 7,80%. In questo contesto non hanno rassicurato le parole del commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, secondo cui «Samaras sa dove sta andando, credo che i mercati dovrebbero sentirsi più sicuri di quello che si sono sentiti stamattina».
Stefania Tamburello
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ROMA — I dati «sono preliminari e indicativi». La Banca d’Italia mette le mani avanti sulle cifre diffuse dall’Eba, l’autorità di vigilanza europea, sul fabbisogno aggiuntivo di capitale delle banche del continente e di quelle italiane in particolare, richiesto dall’Europa per far fronte all’aumento del rischio dei titoli del debito sovrano in portafoglio.
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