Lazio, stop a tutti gli appalti Cantone vara la task force il prefetto: scorta a Marino

Lazio, stop a tutti gli appalti Cantone vara la task force il prefetto: scorta a Marino

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ROMA . I tentacoli di mafia capitale non avevano strozzato solo le casse del Campidoglio ma si erano allungati anche sulla Regione Lazio. «C’è una gara da 60 milioni di euro», dice intercettato Carlo Guarany, uno degli arrestati. «In Regione c’avemo Gramazio», risponde Massimo Carminati, riferendosi al capogruppo di Forza Italia alla Pisana (ieri dimesso). Parole contenute nell’ordinanza firmata dal gip Flavia Costantini e che hanno convinto ieri Nicola Zingaretti a decidere prima di avviare un’indagine interna sugli appalti della Regione, poi direttamente a sospendere tutte le procedure di gara in corso. Una decisione clamorosa che blocca le assegnazione di decine di appalti di Asl, Ater (l’agenzia per le case popolari) e della Centrale unica degli acquisti.
Parallelamente sulle gare del Comune di Roma accenderà un faro l’autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Ieri il magistrato ha incontrato il sindaco Ignazio Marino e gli ha promesso il suo intervento per esaminare (ed eventualmente commissariare) «quegli appalti conquistati grazie alla corruzione». Il rischio, comunque vada, è un rallentamento della macchina amministrativa sia della Regione che del Campidoglio dopo il terremoto “mafia capitale”.
Intanto, mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano valuterà lo scioglimento del Comune (pur concedendo che «la capitale non è marcia, è sana»), la preoccupazione del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro si è spostata sull’incolumità del sindaco Marino: «Ci sono intercettazioni con insulti — afferma Pecoraro — che confermano che un’esposizione del sindaco c’è e va valutata con le altre forze dell’ordine». Nel frattempo, come prima mossa, «il sindaco dovrebbe rinunciare a girare in bicicletta». «Per me sarebbe una perdita molto pesante», confessa Marino che ha promesso al prefetto di «rifletterci attentamente».
E sempre una conversazione intercettata («Gli immigrati rendono più della droga») ha spinto ieri Papa Francesco a prendere una posizione molto netta davanti alla Focsiv, l’ong che raggruppa gli organismi cristiani di volontariato: «I poveri non possono diventare una occasione di guadagno».


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