A Napoli sono in corso i «war games» Nato

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Due set­ti­mane per pro­vare i reparti di pronto inter­vento Nato desti­nati ad osta­co­lare in Europa orien­tale ogni mano­vra politico-militare della Rus­sia di Putin. L’8 novem­bre ha preso il via presso il Nato Joint For­ces Com­mand (FC) di Napoli l’esercitazione inter­na­zio­nale «Tri­dent Junc­ture 14» che si con­clu­derà lunedì 17.

I com­plessi war games avranno il com­pito di cer­ti­fi­care le strut­ture del comando stra­te­gico alleato da poco tra­sfe­rito a Lago Patria come il Cen­tro di dire­zione e con­trollo della Nato Response Force (Nrf), la forza di pronto inter­vento dell’Alleanza Atlan­tica a cui sono asse­gnati 25.000 mili­tari. «Tri­dent Junc­ture ha lo scopo di accre­scere le com­pe­tenze e le capa­cità di comando a un livello ope­ra­tivo bel­lico, gra­zie all’addestramento, la pia­ni­fi­ca­zione e l’esecuzione delle mis­sioni all’interno di un com­plesso sce­na­rio politico-militare», hanno spie­gato nel corso di una con­fe­renza stampa l’ammiraglio Mark Fer­gu­son (coman­dante in capo di Jfc Naples e delle forze navali Usa in Europa e Africa) e il gene­rale dell’esercito ita­liano, Leo­nardo di Marco. «L’esercitazione è il coro­na­mento di un anno d’addestramento di unità tat­ti­che più pic­cole – task for­ces spe­ciali ter­re­stri, aeree e navali — messe a dispo­si­zione a rota­zione dai paesi mem­bri della Nato. Esse faranno parte della Nrf che a par­tire del 2015 rica­drà sotto il con­trollo del Comando alleato di Napoli».

Nel corso di «Tri­dent Junc­ture 14», lo staff di Jfc Naples coor­di­nerà a distanza le ope­ra­zioni di nume­rose unità di pronto inter­vento distri­buite in tutta Europa per affron­tare una crisi in rapida evo­lu­zione. «Lo sce­na­rio pre­vi­sto in que­sta eser­ci­ta­zione annuale — l’invasione dell’Estonia da parte di un paese di con­fine fit­ti­zio — potrebbe inte­res­sare le nazioni del fianco orien­tale della Nato che, come l’Ucraina, hanno fatto parte dell’Unione Sovie­tica e hanno una popo­la­zione con­si­de­re­vole di lin­gua russa», com­men­tano gli uffi­ciali del Comando Nato di Napoli. «Il con­flitto evolve pro­gres­si­va­mente, pas­sando da ope­ra­zioni di sta­bi­liz­za­zione e com­bat­ti­menti irre­go­lari a una guerra ter­re­stre in grande scala». Le atti­vità pre­ve­dono «com­bat­ti­menti ibridi», attac­chi di sistemi mis­si­li­stici, cyber defence e «pro­te­zione» da attac­chi nucleari, bio­lo­gici e chi­mici (Nbc).

L’esercitazione si tiene con­tem­po­ra­nea­mente in diversi paesi euro­pei: pren­dono parte a «Tri­dent Junc­ture», il Joint War­fare Cen­ter (Jwc) Nato di Sta­van­ger, Nor­ve­gia; il French Joint Force Air Com­po­nent Com­mand di Lione (Fran­cia); il quar­tier gene­rale delle forze navali spa­gnoli a bordo dell’unità da guerra Lpd Castilla; il Comando delle forze spe­ciali polac­che di Cra­co­via e il Comando supremo delle forze alleate in Europa (Shape) di Mons, Bel­gio. Sono coin­volti com­ples­si­va­mente 1,255 tra mili­tari e dipen­denti civili del set­tore difesa.

«A set­tem­bre, il sum­mit Nato in Gal­les ha for­nito alle auto­rità mili­tari un Rea­di­ness Action Plan basato su un pro­gramma di eser­ci­ta­zioni avan­zate di difesa col­le­gia­lee Tri­dent Junc­ture 14, la prima grande eser­ci­ta­zione Nato dopo il sum­mit, è parte inte­grante di que­sto sforzo» ha dichia­rato il gene­rale Rei­n­hard Wol­ski, diret­tore e coman­dante del Joint War­fare Cen­tre di Sta­van­ger. In Gal­les, in par­ti­co­lare, è stata decisa la crea­zione di una forza di pronto inter­vento con «punte di lan­cia» (Spea­rhead), capaci di entrare in azione nel giro di 48 ore, con il sup­porto di avia­zione, marina e forze spe­ciali. La task force avrà a dispo­si­zione basi per­ma­nenti, depo­siti di muni­zioni e car­bu­rante e tutte le infra­strut­ture di sup­porto neces­sa­rie nei paesi Nato pros­simi alla fron­tiera con la Russia.

Lo scorso 3 novem­bre, il gene­rale Phi­lip Breed­love, coman­dante delle forze armate Usa in Europa e del Nato Supreme Allied Com­man­der Europe, ha for­mu­lato al Con­gresso Usa la richie­sta di aumen­tare il numero delle unità sta­tu­ni­tensi in Europa orien­tale e dei depo­siti di equi­pag­gia­menti e arma­menti mili­tari come «rispo­sta alle con­ti­nue mosse aggres­sive delle forze armate russe». Breed­love ha affer­mato che la dimen­sione nume­rica delle forze Usa pre­senti sta­bil­mente in Europa è «suf­fi­ciente» ma ha aggiunto che il suo Comando neces­si­terà nel con­ti­nente di una mag­giore pre­senza di forze mili­tari su base rota­zio­nale, uti­liz­zando pos­si­bil­mente unità di riser­vi­sti dell’Esercito e la Guar­dia nazio­nale. «Data la cre­scente pres­sione che avver­tiamo oggi in Europa orien­tale e le misure di sicu­rezza che abbiamo preso in Bal­tico, in Polo­nia e in Roma­nia, abbiamo biso­gno di una pre­senza addi­zio­nale a rota­zione», ha con­cluso il gene­rale Usa. I det­ta­gli sulle unità e sugli equi­pag­gia­menti desti­nati a raf­for­zare la pre­senza sta­tu­ni­tense in Est Europa sono in discus­sione al Pen­ta­gono per essere poi pre­sen­tati al Con­gresso che dovrà deli­be­rare sul bilan­cio mili­tare 2016.

Dopo lo scop­pio della crisi in Ucraina, Stati uniti e Nato hanno dato il via a una serie d’imponenti eser­ci­ta­zioni mul­ti­na­zio­nali in Europa orien­tale. Dal 15 al 26 set­tem­bre scorso, presso l’International Pea­ce­kee­ping and Secu­rity Cen­ter di Yavo­riv, Ucraina, si è tenuta «Rapid Tri­dent» con il fine di «raf­for­zare la part­ner­ship è l’interoperabilità tra il Comando delle forze armate Usa in Europa, la Nato, le forze ter­re­stri ucraine e gli altri paesi mem­bri della Part­ner­ship for Peace». All’esercitazione hanno par­te­ci­pato com­ples­si­va­mente 1,300 mili­tari di 15 nazioni: Ucraina, Azer­bai­jan, Bul­ga­ria, Canada, Geor­gia, Ger­ma­nia, Gran Bre­ta­gna, Let­to­nia, Litua­nia, Mol­da­via, Nor­ve­gia, Polo­nia, Roma­nia, Spa­gna e Stati Uniti.

Dal 2 al 14 novem­bre, nei grandi poli­goni di Pabrade e Rukla in Litua­nia si è tenuta «Iron Sword 2014», a cui hanno preso parte 2.500 mili­tari pro­ve­nienti da Canada, Esto­nia, Ger­ma­nia, Gran Bre­ta­gna, Litua­nia, Lus­sem­burgo, Repub­blica Ceca, Stati uniti e Unghe­ria. Nell’ultimo mese, infine, 600 unità del 1st Bri­gade Com­bat Team, 1st Cavalry Divi­sion dell’esercito Usa di stanza a Fort Hood, Texas, sono sta­titi tra­sfe­riti in Europa orien­tale per una mis­sione che avrà una durata non infe­riore ai 90 giorni. Attual­mente i mili­tari si stanno adde­strando con i carri armati M-1 «Abrams» e i vei­coli da com­bat­ti­mento «Brad­ley» in Polo­nia, Let­to­nia, Litua­nia ed Estonia.



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